Tina Turner dice addio ai riflettori: “Non c’è altro da aggiungere alla mia storia. Ecco cosa farò da adesso”. La celebre rockstar annuncia il suo ritiro dalle scene in una intervista a ‘La Repubblica’, dove parla anche dell’ultimo docufilm che racconta la sua vita. Di seguito alcuni passaggi.
Come vive questo periodo di lockdown a intermittenza nella sua nuova patria, la Svizzera?
«Sono tempi difficili, ovunque nel mondo, ma io cerco sempre di vedere il lato positivo. Sono fortunata. Mio marito è per me la migliore compagnia, e mi piace poter stare a casa con lui, dopo aver trascorso “on the road” tanta parte della mia vita. Sto bene e mi godo la tranquillità».
[…] Lei ha incontrato in Svizzera il Dalai Lama. Che ricordo ne ha? La vostra è un’ affinità spirituale?
«Il Dalai Lama mi ha dato il miglior consiglio sul matrimonio. Ha detto che il confronto è uno strumento positivo per risolvere i problemi».
Tina Turner dice addio ai riflettori: “Non c’è altro da aggiungere”
[…] All’ epoca non aveva nemmeno un contratto con una casa discografica – da dove le veniva la convinzione di poter raggiungere davvero quel traguardo in un mondo allora più di oggi a spiccato predominio maschile, come quello dell’ industria musicale?
«Era un sogno folle, vero? Ma evidentemente non impossibile, ci sono riuscita. C’ è voluto tanto impegno. L’ importante era credere in me stessa e nelle mie possibilità. Perché se crediamo in noi stessi ci sentiamo sicuri, ed è quello che trasmettiamo all’ esterno. C’ è stato chi mi ha remato contro, ma anche altri – David Bowie, i Rolling Stones o Rod Stewart – che si sono dati da fare per aiutarmi. E mi fa molto piacere ricordarlo».
[…] Cosa pensa oggi rivedendo i filmati dei concerti quando ballava sospesa in aria su una gru sopra decine di migliaia di mani tese?
«La parola giusta in questo caso è “contatto”. Volevo essere vicina al pubblico. Volevo che io e i miei fan ci guardassimo in faccia. Durante l’ esibizione eravamo una cosa sola, crescevamo assieme, ci trasmettevamo energia. E quando ballavo sulla gru volevo che sapessero, avendone la sensazione fisica, che tutti loro erano importanti per la buona riuscita del concerto».
Tina Turner dice addio ai riflettori: “Ora mi godo il matrimonio”
[…] I registi Daniel Lindsay e T.J.Martin hanno dichiarato a “Entertainment Weekly” che lei aveva inizialmente rifiutato di essere intervistata per il docufilm, perché non voleva tornare a parlare dei traumi del passato. Cosa le ha fatto cambiare idea?
«Sono sempre restia. In un primo momento non volevo fare neanche il musical sulla mia vita, ma i produttori alla fine mi hanno convinta che potevo raccontare una storia, e avevano ragione. Per questo docufilm all’ inizio ho esitato per motivi analoghi, poi mi sono resa conto che poteva dare risposta a tante domande che continuano a farmi. Per chiudere con il passato la cosa migliore è aprirlo, renderlo visibile a tutti».
Nell’ intervista per il docufilm a un certo punto dice: “Non saper perdonare gli altri provoca sofferenza. Ho subito degli abusi in passato, così è stato, devo accettarlo”. Il buddismo l’ha aiutata a trovare la forza di perdonare?
«Il buddismo mi ha insegnato che il perdono rende liberi. Gli stati d’ animo negativi – rabbia, sensi di colpa, o il bisogno di vendetta – ci imprigionano, come pesanti catene. Se perdono non è per scusare i torti che ho subito, ma per liberarmi dal potere che gli altri hanno esercitato in quel modo su di me».
A una conferenza stampa per il suo film “What’ s love got to do with it?” nel 1993 disse che non aveva visto il film perché sarebbe stato per lei troppo doloroso. Il documentario l’ ha visto?
«Sì, ho visto il nuovo docufilm. Anche se è difficile rivivere per l’ ennesima volta i momenti più bui, mi sono ritrovata a pensare che i registi sono riusciti a catturare le mie esperienze e i miei stati d’ animo. Le scene che ho apprezzato di più sono le clip dei miei concerti. Mi è subito venuta voglia di ballare!».
Tina Turner dice addio ai riflettori: “Non c’è altro da aggiungere alla mia storia”
[…] In una delle scene più commoventi del film lei si domanda in che modo un artista può invecchiare dignitosamente. “Come si fa a dire addio? Ad andare via?” […]
«Sarò sempre Tina, non potrei mai separarmi da lei. Ho fatto questo docufilm perché volevo smettere di parlare della mia vita. Adesso voglio viverla. Non c’ è più niente da aggiungere alla mia storia – è tutta nell’ autobiografia My love story e negli altri libri che ho scritto. La mia storia è nel musical Tina: The Tina Turner Musical e adesso anche in questo documentario. Direi che basta così!».
C’è qualcosa che le manca delle esibizioni, dei tour, della vita “on the road”?
«Sinceramente no. Mi è piaciuta quella vita, ogni tour era un’ avventura. Ma ora sono in una fase diversa della mia esistenza, voglio godermi il mio matrimonio, la mia casa, vivere le avventure a casa mia».
Il Dj norvegese Kygo ha riproposto la sua hit degli anni Ottanta “What’ s love got to do with it” in versione remix con grande successo. Bello che la sua musica, riscoperta e arrangiata da giovani artisti, continui a vivere, no?
«Mi piace l’approccio musicale di Dj Kygo, quindi l’ idea di riproporre il brano in una nuova versione mi ha trovata subito favorevole. Ho avuto la massima fiducia in lui e mi piace cosa ne è venuto fuori. Sì, certo, sono felice che la mia musica continui a vivere così».
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