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Gene Gnocchi contro Beppe Fiorello: “Se fa tutto lui c’è qualcosa che non va. Zelig? Non c’ è più quella voglia”

Gene Gnocchi contro Beppe Fiorello: “Se fa tutto lui c’è qualcosa che non va. Zelig? Non c’ è più quella voglia”. Il comico parmense a tutto tondo in una intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Dopo tanti anni, si avverte uno sguardo disincantato verso il mondo dello spettacolo, forse anche un po’ amareggiato, con qualche puntata satirica. Per esempio su Beppe Fiorello…
«Per carità, io ho avuto grande successo. Ma oggi mi trovo come uno che di fronte a certe situazioni capisce che c’ è qualcosa che non quadra se ogni personaggio viene interpretato da Beppe Fiorello. È una cosa di dominio pubblico: tu accendi la televisione e chi trovi? Beppe Fiorello. Chi fa Einstein? E Palmiro Togliatti? E Cassius Clay? E i quattro del Quartetto Cetra, li fa tutti Beppe Fiorello… Naturalmente nella scrittura tutto diventa paradossale».

Tra i suoi grandi sodali e amici del palco e della tv c’ è Teo Teocoli.
«Un grandissimo. Se ti vuole far ridere ti fa ridere. Ricordo quando veniva in camerino e faceva l’ elettricista: si sdraiava vicino alla presa e ti chiedeva di dargli un cacciavite… Esilarante… Da Teo c’ è solo da imparare. Ed è generoso, se pensa che una battuta stia meglio sulla tua bocca te la lascia. È una cosa rarissima».

Gene Gnocchi contro Beppe Fiorello: la stoccata

Prima venne Raimondo Vianello.
«Un aplomb e una raffinatezza. Non aveva mai bisogno di andare sopra le righe… Gli bastava un niente per cambiare il verso della conversazione. Una volta mi disse: non faccio per vantarmi ma ho sonno…».

E i tanti anni a «Quelli che il calcio»?
«Simona Ventura conduceva con Maurizio Crozza che faceva i personaggi e con me che facevo il guastafeste e il grillo parlante. Simona si fidava ciecamente. Tre ore di trasmissione e prima non voleva sapere niente. Una volta è venuto David Bowie e gli ho chiesto: scusi, lei arrivando da Londra ha trovato traffico? Lei si è inferocita: ma che cazzo chiedi! Diventava matta… ( ride ) Quando intervenne il ministro Gasparri in diretta per attaccare la satira, lei fu una leonessa nel difenderci…».

Sembra passato un secolo da Zelig…
«Non c’ è più quella voglia. Forse negli ultimi tempi qualcosa ancora si sperimenta nelle seconde serate: Lundini, Ale e Franz, Barbareschi… Ma oggi nei social chiunque abbia 50 like in due minuti diventa un comico, anche se poi la vera misura te la dà il palco in spettacoli di un’ ora e mezza».

Gene Gnocchi contro Beppe Fiorello: “Se fa tutto lui c’è qualcosa che non va”

Il Rompipallone, la rubrica quotidiana della «Gazzetta», come viene fuori?
«Guardo i focus della giornata, ne scrivo tre o quattro, li detto e lascio che siano i redattori a scegliere. Ogni volta che lo prendo per il culo Materazzi mi telefona per ricordarmi che lui è campione del mondo e io una m…».

La passione del calcio è arrivata fino al punto da ottenere un tesseramento in serie A nel Parma di Ranieri. Come andò?
«Mi allenavo ma non riuscii a giocare neanche cinque minuti, perché il Parma si salvò all’ ultima giornata con l’ Empoli. Peccato. Mi ero già messo d’ accordo con il quarto uomo che facesse un recupero di un quarto d’ ora in modo da poter giocare una ventina di minuti…».

[…] E il Festival del 2004?
«Una centrifuga folle. Vai a Sanremo, per cinque giorni non dormi mai, esci dall’ albergo e ti ritrovi davanti i microfoni di cinquanta radio e televisioni che ti chiedono qualunque cosa. Quell’ anno c’ era Tony Renis direttore artistico che continuava a promettere che avrebbe portato Robert De Niro perché aveva appena fatto una grigliata di carne con lui».

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