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Spettacolo

Mika: “Tolleranza? C’è solo una strada che porta alla libertà”

Mika: “Tolleranza? C’è solo una strada che porta alla libertà”. Il cantautore e showman libanese naturalizzato britannico spiega il suo concetto di tolleranza ed empatia in una intervista a ‘Vanity Fair’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Che cosa significa empatia?
«È un concetto molto grande che inizia dai piccoli gesti. Per me empatia vuol dire lasciare spazio ai pensieri, alle emozioni, ai sentimenti di un’altra persona. Senza fare sempre paragoni con la propria vita, senza cercare di valutare se una persona abbia ragione o meno, semplicemente rispettando la vita altrui senza giudicare».

Come si fa?
«È fondamentale stare bene con se stessi, permette di sbloccare il potenziale umano ed emozionale di una persona. Inoltre per chiedere agli altri di mostrare empatia nello sguardo che hanno su di te, devi lasciargli la possibilità di conoscerti, non puoi nasconderti».

Mika: “Tolleranza? La chiave è l’empatia”

Quali sono i suoi piccoli gesti?
«Io torno sempre alla musica e all’arte. La musica e l’arte hanno questo potere incredibile di generare empatia anche quando sembra impossibile. Tra le cose negative dela pandemia c’è stata anche la chiusura dei musei, dei teatri, la cancellazione dei concerti.  È importante andare a un concerto con 10 mila persone che non conosci, perché senza capire letteralmente quello che sta succendo la tua anima prende ispirazione da quel momento colletivo, si muove l’onda. Mi piace pensare che ci sia una linea di empatia mondiale che possa collegarci tutti, e durante quei momenti si mette in moto».

[…] Ha raccontato più volte di essere stato vittima di bullismo, quand’era ragazzino. Oggi pensa che succederebbe ancora?
«Ci sono posti dove c’è tanta tolleranza, dove si tiene conto che siamo costruiti sull’idea di amarci e di rispettare tutti i diversi punti di vista. Poi ci sono altri posti e altri punti di vista molto intolleranti. Una soluzione potrebbe essere quella di circondarsi di persone che capiscono la tua vita ma non dov’essere così, devi sentirti libero di andare in qualsiasi posto e sapere che il rispetto per te sia garantito. Quando una persona si sente rispettata può solo provocare altre cose buone. La tolleranza genera tolleranza, l’ottimismo genera successo. La rabbia, invece, genera divisione e negatività».

L’ultima volta che si è sentito davvero libero?
«Tanti artisti dicono che si sentono liberi sul palco, ma secondo me quella è una bugia. Perché li sei già su una pedana di quattro metri, hai tante persone di fronte a te,  c’è gioia, adrenalina, ma non libertà totale. Dimentichiamo allora il palco, per me la libertà è musica, è arte, ma quando sono spettatore. Quando sono in un museo e vedo una cosa che mi fa capire che c’è un altro modo di vedere il mondo intorno. Le nostre credenze sono importanti ma sono anche una sorta di gabbia».

[…] L’arte passa dalla diversità, dalla libertà?
«La chiave è l’empatia. L’empatia è la porta verso la tolleranza, avere empatia significa aprire mente e cuore».

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