Home » Klaus Davi: “Morabito coperto da politici, cattura insperata. Vi dico chi sarà il suo successore”
Cronaca Politica

Klaus Davi: “Morabito coperto da politici, cattura insperata. Vi dico chi sarà il suo successore”

Klaus Davi: “Morabito coperto da politici, cattura insperata. Vi dico chi sarà il suo successore”. il giornalista e accademico svizzero naturalizzato italiano parla dell’arresto del super boss della ‘Ndrangheta in una intervista a ‘mowmag.com’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Morabito era stato già arrestato nel 2017 in Uruguay, ma era riuscito a evadere prima dell’estradizione. Succederà anche stavolta? 
“No, escludo che questa volta possa fuggire: era un altro Stato e avranno fatto tesoro dell’esperienza precedente. Qui siamo in Brasile, c’è un altro assetto politico, c’è Bolsonaro che già aveva consegnato Battisti, quindi escludo una fuga”. 

Klaus Davi: “Morabito? Cattura insperata. Vi dico chi sarà il suo successore”

Chi è (o chi era) Rocco Morabito? 
“Nato ad Africo (Reggio Calabria), poi a Milano è diventato il capo del narcotraffico. Il signore della coca. Da trent’anni era il narcotrafficante della Milano bene, della Milano del quadrilatero, quello che coordinava tutto il narcotraffico assieme con i Nirta, quelli di San Luca, passando per i porti olandesi prevalentemente, ma anche per Livorno, Genova e ovviamente Gioia Tauro. Poliglotta, parla quattro lingue, donnaiolo, molto molto vestito bene. Lo conobbi a Milano nei primi anni Novanta: aveva un tavolo fisso al Nepentha, sempre circondato da modelle e bellissime donne, aveva ottime relazioni, e già allora parlava un inglese perfetto.

È stato il prototipo di ’ndranghetista viveur, e smerciava la droga in tutta Milano centro, da via Montenapoleone a via Manzoni. E continuava a farlo secondo me anche dal Sud America. Il suo primo tesoro l’ha creato vendendo droga ai milanesi, che sono i primi clienti della ’Ndrangheta, non dimentichiamocelo. E aveva raccontato che i milanesi volevano solo la coca di prima qualità, purissima”.  

Era davvero il secondo ricercato italiano più importante dopo Matteo Messina Denaro?  
“Sì, senz’altro. Non ci speravo che l’avrebbero preso, perché comunque aveva molti appoggi politici, che evidentemente sono venuti meno. Perché quella gente non la catturi «solo» grazie alla bravura dei carabinieri, ci vuole anche che vengano meno le coperture, e lui ne aveva avute per trent’anni. Adesso evidentemente sono cadute ed è stato possibile tra le polizie collaborare e portare a casa il risultato”.  

Coperture di che tipo? 
“Di tutti i tipi. Calabresi, milanesi, italiane e sudamericane. Vendendo droga al quadrilatero sapeva tutto di tutti e sicuramente avrà avuto degli appoggi anche nella borghesia milanese: su questo io non ho dubbi. Uno che vende cocaina ha un potere di ricatto enorme: una volta che vendi cocaina a un grande manager (e cocaina vuol dire modelle, vuol dire escort, vuol dire trans), hai in mano la sua vita. Già allora Morabito aveva una mente politica e si vantava di dare la droga a esponenti delle forze dell’ordine. Già allora. Quindi figuriamoci il potere di questo qua. Dopodiché fu preso, ma ebbe la soffiata e riuscì a scappare. Da lì sarà andato prima di tutto in Spagna, come tutti i narcotrafficanti (Paviglianiti, Molinetti, Papalia)”. 

Cosa può cambiare con questo arresto? 
“Intanto è una botta anche psicologica per la ’Ndrangheta. Lui aveva il mito dell’essere invincibile e ora mi pare che di invincibile non sia rimasto più nessuno. Poi comunque era l’anello di congiunzione sulla direttrice Sud America-Olanda-San Luca-Milano e aveva una grande credibilità: non è che un Rocco Morabito nasca tutti i giorni dal punto di vista criminale. Quindi è un colpo molto forte per la mafia calabrese e in generale per il narcotraffico. Che d’altra parte ovviamente non cesserà”.   

Klaus Davi: “Morabito coperto da politici”

Chi potrebbe succedere a Morabito? 
“Qualche Nirta, qualche Strangio, ma anche i Mancuso di Limbadi sono molto forti in Sud America. Complicato individuare una persona fisica. Fare un nome sarebbe un azzardo: c’è da considerare che molti sono fidanzati o sposati con le figlie dei narcos di laggiù, quindi ci sono anche legami parentali con i sudamericani, che producendo la droga sono i più potenti al mondo. L’abilità dei calabresi è anche quella di creare legami di sangue”.  

Sarà una guerra o una trattativa? 
“L’ultima tendenza delle cosche è quella di mettersi d’accordo sulle figure. Non credo comunque che ci sarà un unico referente. In ogni caso non illudiamoci: il traffico di cocaina è così forte che non si può pensare di arginarlo, finché non cambiano le legislazioni, anche se quello che abbiamo avuto è un segnale importante da parte dei governi. Più che da quello italiano, che era già determinato, dai governi del Sud America. La botta e il segnale sono forti così come nell’immaginario era forte il potere di Rocco Morabito”. 

[…] Ha avuto problemi di minacce o simili? 
“Mai. E non capisco a cosa servano i colleghi che vanno lì con le superscorte. Non è un tipo di mafia che molesta. È molto “educata”, non vuole casini. Andando lì con quaranta carabinieri creano un’immagine falsa: ovviamente chi ha avuto attentati o minacce serie è giusto che sia scortato, ma io ho girato in lungo e in largo, ho fatto la campagna elettorale nella Locride, sono stato consigliere comunale, sono ambasciatore, faccio ogni sorta di evento, giro da solo e non sono mai stato nemmeno seguito. Ci sono i ragazzini in Vespa, ma vogliamo ridere?”.

Seguici anche su Facebook

Loading...
Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com