Amore dipendente, cos’è e come evitarlo: i consigli della nostra psicologa sui rapporti che creano dipendenza disfunzionale
Amore dipendente. In tutte le relazioni si crea una ‘dipendenza’. Pensare di essere immuni dal bisogno di relazionarsi è un’utopia e quando si prova piacere a stare con una persona in qualche modo si diventa dipendenti dal benessere che si prova e dalla funzione che questa persona svolge nella nostra vita: quella di portare quel “quid” in più “che manca”.
Questa percezione di sentirsi appagati generalmente è reciproca e rassicurante, conduce ad affidarsi ed appoggiarsi poiché vuol dire che la relazione ci porta “un vantaggio” nell’essere graditi, speciali, eccezionali agli occhi dell’altro e viceversa.
Quand’è che invece si crea una disfunzionale dipendenza (‘affettiva’ per l’appunto) ?
Quando le caratteristiche “vantaggiose” che l’altro ci attribuisce le riscontriamo solo ed esclusivamente se l’altro esiste, se non manca mai. In altre parole, quando affidiamo le nostre prerogative e capacità all’altro, al suo assenso, al suo sguardo che perciò se viene meno…non vediamo più (“se lui/lei non c’è non sono più niente”).
Al contrario se riconosco in me le caratteristiche e prerogative del mio essere donna o del mio essere uomo, non le “perderò di vista” se questa/o si allontanerà.
Non dipenderò dall’altro/a e dal suo sguardo per potermi riconoscere bella/o, dolce, intelligente, solare, e soprattutto capace (di fare, andare, organizzare, gestire, intervenire).
È di sicuro più immediato, forse ‘comodo’, affidare all’altro il nostro bel tempo in modo che sarà più facile imputargli la causa delle nostre tempeste interiori quando si verificheranno (“era il mio sole”, “senza di lui non riesco a fare nulla”). Più difficile, invece, impegnarsi a conoscere se stessi per agire con responsabilità nel quotidiano scorrere della vita senza affidare all’altro/altra il potere di essere soddisfatti di sé stessi. Difficile ma non impossibile con un adeguato supporto specialistico.
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