Serie A come Recovery Fund: quando gli sviluppi in campo vanno a braccetto con quelli al Parlamento
Serie A come Recovery Fund: scippo al Sud per sanare debiti del Nord. Nella settimana del via libera al Recovery plan presentato da Mario Draghi all’Ue, c’è un epilogo sportivo che fa da sfondo a quanto sta accadendo in Italia: Milan, Atalanta e Juventus favorite rispetto al Napoli nella corsa alla Champions League, la massima competizione europea che porta nelle casse dei club sportivi un fiume di denaro, rispetto agli spiccioli (si fa per dire) degli altri piazzamenti. Ma andiamo per gradi.
L’Europa ha assegnato all’Italia la somma più consistente di aiuti di tutti gli altri membri con un obiettivo preciso: colmare il divario tra Nord e Sud per rilanciare il Paese. In altre parole, l’Italia è stata favorita in questo contesto poiché ha una delle aree più ‘depresse’ del Vecchio Continente’, dove scarseggiano infrastrutture, aziende e investimenti. Un’opportunità unica che se sfruttata a dovere, darebbe all’economia nostrana uno slancio che non avrebbe uguali.
Per questo, dei famosi 209 miliardi, il 68% circa doveva essere destinato al Meridione per cercare di risolvere la questione Meridionale, un fardello creato dalla stessa Italia 160 anni fa e mai risolto nemmeno a tratti. E invece, a conti fatti la distribuzione dei fondi prevede che al Sud siano destinati il 40%. Ma come ha fatto il governo Draghi ad avere l’ok dall’Ue nonostante non abbia rispettato il parametro?
Recovery Fund, le riforme di Draghi (presunte) per convincere l’Europa
La risposta è complessa, ma si può spiegare in pochi passaggi senza scendere nei particolari. Draghi ha innanzitutto aggiunto alle risorse destinate al Mezzogiorno, circa 15 miliardi per l’inclusione. Ma erano fondi già destinati al Sud a prescindere dal Recovery Fund. Il vero capolavoro targato Draghi è però un altro. L’attuale Premier designato da Mattarella dopo il caos creato da Renzi, ha garantito all’Europa una serie di riforme, tra queste ce n’è una che ha sbloccato i fondi sulla parola.
Oltre ai piani di investimento, infatti, il Recovery plan presentato alla Commissione europea, contiene 40 pagine di riforme e come detto, tra queste c’è la riforma del lavoro per il Sud. Draghi ha garantito una riforma che avrà un impatto talmente forte che, abbinata ad alcuni investimenti su infrastrutture chiave, attirerà capitali privati a iosa al Sud, ottenendo così il placet.
Nessuno avrebbe mai ottenuto disco verde dall’Europa con qualche pagina di presunte riforme, ma Draghi ha alle spalle precedenti che gli hanno attestato la fama di mago della Finanza. Quindi il via libera. E probabilmente per la fine dell’Estate la prima parte di quei fondi arriverà in Italia. Ma l’Europa ha già avvisato che vigilerà sugli investimenti e, soprattutto, sulle riforme.
Resta il fatto che al Sud non resta che pregare per ‘San” Mario Draghi e la riuscita dei suoi piani, perché a conti fatti lo scippo sui fondi si è già materializzato. Un fallimento porterebbe a sviluppi catastrofici per l’intera economia italiana, da Nord a Sud. Ma cosa c’entra con il Calcio? La risposta in questo caso è più semplice e possono comprenderla anche i non appassionati del pallone.
Serie A come Recovery Fund: scippo al Sud per sanare debiti del Nord
In Serie A c’è una sfida in atto per accaparrarsi i fondi ricchissimi della Champion League attraverso i piazzamenti che vanno dal secondo al quarto posto (l’Inter ha già vinto lo scudetto, meritatamente, chiariamo, quindi già in Champions). Il Napoli, il Milan, la Juventus e l’Atalanta si stanno giocando le altre 3 posizioni. Una di loro resterà fuori e dovrà ‘accontentarsi’ del piazzamento Europa League che porta molti meno fondi.
E ieri si è materializzata lo scippo sportivo su un campo di Calcio: il Diego Armando Maradona di Napoli. Al secondo tempo di Napoli-Cagliari, l’attaccante azzurro Victor Osimhen si invola verso la porta, bruciando gli avversari, e realizza il 2-0 per i partenopei, ma l’arbitro annulla inspiegabilmente il gol. Dagli sviluppi capiamo che il direttore di gara ha visto un fallo del nigeriano. Fallo inesistente, attestato da tutti i moviolisti delle emittenti televisive e dei quotidiani nazionali. Risultato finale 1-1, con 2 punti persi e uno regalato al Cagliari.
L’arbitro, il signor Fabbri e il responsabile del Var, il signor Mazzoleni hanno completamente ribaltato la realtà anziché attenersi al regolamento. Il primo si inventa un fallo che non esiste, annullando una rete regolare. Il secondo, invece, non ha richiamato il collega, un errore gravissimo, che può decidere l’accesso dei tre club del Nord a danno dell’unico del Sud.
E in tutto questo c’è anche un altro aspetto da sottolineare: tra le società in lista per un posto in Champions, il Napoli è l’unica con i bilanci in regola insieme all’Atalanta. Milan e Juventus sono talmente indebitati da inventarsi competizioni private, per fortuna cancellate dal buon senso degli inglesi e degli spagnoli. Insomma, l’economia e lo Sport in Italia, a differenza che in Europa, viaggiano a braccetto per eliminare la questione Meridionale…cancellando completamente il Meridione.
Carmine Gallucci
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