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Martina Colombari: “Pandemia? Per mio figlio abbiamo chiesto aiuto. Voglio fare un appello ai genitori”

Martina Colombari, la pandemia e i problemi che ha scaturito per i giovan: l’intervista a ‘Il Messaggero’

Martina Colombari: “Pandemia? Per mio figlio abbiamo chiesto aiuto. Voglio fare un appello ai genitori”. La showgirl parla a cuore aperto, in una intervista a ‘Il Messaggero’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Sull’esperienza che lei e il marito Billy Costacurta stanno vivendo con il figlio adolescente Achille, per cui hanno deciso di rivolgersi ad uno psicologo. “Chiedere un aiuto esterno da un esperto o uno psicologo, nei momenti di difficoltà, non è qualcosa di cui ci si debba vergognare. Anzi”, ha detto.

Martina Colombari ha deciso di rompere il silenzio per essere di esempio ai tanti genitori nella loro stessa situazione. “Per lui siamo l’esempio vivente che l’università non sia fondamentale. Dice: a voi non è servita. Ora si è convinto che vorrebbe aprire un ristorante. Ma prima deve fare gavetta da cameriere, trovarsi un socio, lavorare sulla creatività e sul marketing. È difficile spronarlo senza demotivarlo. Soprattutto adesso, che manca la distanza”.

Martina Colombari: “Pandemia? Per mio figlio abbiamo chiesto aiuto”

Poi entra nel dettaglio: “Ci siamo fatti aiutare da una psicologa che si occupa di genitorialità. Lo dico serenamente: chiedere aiuto non è un atto di debolezza, ma di grande amore per i propri figli”, ha proseguito l’ex Miss Italia spiegando di aver capito così che i ragazzi devono assumersi le proprie responsabilità, che i genitori non si possono sostituire a loro né si devono sentire in colpa per gli errori che tutti commettono.

A complicare tutto, è arrivato il Covid e con esso anche la didattica a distanza: “Ogni scusa era buona per spegnere la telecamera. La merenda, una pausa, una sigaretta. I ragazzi di 16 anni hanno esigenze precise e lo studio non è necessariamente tra quelle”.

E ancora: “Le litigate più grosse con mio figlio le ho fatte quando provavo a seguirlo con i compiti, etichettandogli persino i libri. Abbiamo dato fiducia e libertà a nostro figlio, sta a lui gestirla”, ha spiegato. Infine, un appello a tutti padri, affinché siano più attivi nella vita scolastica dei figli: “Io penso che ci aiuterebbe farli entrare di più nella famiglia”.

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