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Sarcina: “La diagnosi di tumore la paura più grande. Droghe? L’ultima volta senza a 12 anni, poi ho deciso…”

Francesco Sarcina sulla diagnosi di tumore: l’intervista a ‘Vanity Fair’

Sarcina: “La diagnosi di tumore la paura più grande. Droghe? L’ultima volta senza a 12 anni, poi ho deciso…”. Il cantautore racconta le sue esperienze peggiori in una intervista a ‘Vanity Fair’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Le dipendenze. Come ci è entrato?
«Ci sono entrato e ne sono uscito incredibilmente piuttosto illeso, una caratteristica della mia natura, che in qualche modo riesco a uscirci. Un altro, al mio posto, sarebbe morto, non solo fisicamente, ma anche di spirito. Non sono stato il primo a fare uso di droga, né l’ultimo, e ora non voglio stare a raccontare quello che si deve fare o non fare. Non è il mio compito».

[…] Ha mai avuto davvero paura di morire?
«Ho provato un amore molto grande per una persona che era estrema. Aveva tentato più volte il suicidio e io non capivo perché. Una volta ho voluto provare. L’eroina. Lei è andata in overdose, è rimasta viva per miracolo. Anch’io l’ho vista brutta. Eravamo al freddo, bloccati in un’auto. Anche quello oggi è un tatuaggio».

«Le donne sono state le mia ossessione». Lo sono ancora?
«Assolutamente, e non riesco ancora a gestirle. Scriverò un altro libro, quando smetterò. Per me la passione è femmina. La stessa madre natura è femmina. Con le donne ho sempre avuto una relazione compulsiva, ossessiva, a causa del trauma che avevo subìto, l’abbandono di mia madre. Non sapevo come amare una donna e come farmi amare. Poi ho capito mia madre, il suo essersene andata. Ha avuto un crollo psicologico. Aveva perso un bambino al settimo mese senza mai parlarne con nessuno. In casa mia non si parlava. A un certo punto lei non ha resistito. Oggi ho imparato ad amare lei e le altre donne. Farsi amare è ancora difficile».

Sarcina: “La diagnosi di tumore la paura più grande”

Che rapporto ha oggi con sua madre?
«Io e mia madre ci stra-adoriamo, io l’unico figlio e a me è rimasta solo lei. Certo, ho sofferto molto, ci sono ancora difficoltà enormi. Sottopelle, queste cose restano».

È mai stato fedele?
«Sì, certo. Sono infedele quando mi si crea un continuo problema, di gelosia, di insicurezza. Allora si risveglia quel demone».

Il sesso, che cosa rappresenta?
«Per me è come mangiare, io mi nutro di sesso. Se sto bene posso far l’amore un sacco di volte al giorno. Anche quella è una dipendenza. Sono compulsivo».

[…] Come si è disintossicato?
«Mi sono chiuso in casa. Prima di disintossicarmi non ero mai stato completamente sobrio. Forse l’ultima volta in cui lo ero stato avevo dodici anni. Le sostanze le ho sempre usate per disorientarmi, per narcotizzare la mia sensibilità. Mi ha aiutato molto J-Ax. I veri amici non sono quelli che devi vedere ogni giorno, ma quelli che chiami quando c’è bisogno. Ero in un buco nero e lui si è mosso subito».

Le avevano anche appena detto che poteva avere un tumore.
«La paura più grande. Ho pensato ai miei figli. Mi sono detto “cresceranno senza un padre” come è successo a me. Per fortuna poi ho scoperto che era una cosa sotto controllo, ma ho capito che dovevo cambiare».

Al giorno in cui «finirono un sacco di cose: un amore, un matrimonio, un’amicizia» ripensa mai?
«No, non torno più indietro. Oggi penso di averci solo guadagnato, e mi concentro sull’amore che provo per i miei figli».

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