Enrico Ruggeri e la cocaina, il cantante racconta le sue esperienze ai microfoni di “Anni 20”, su Raidue
Enrico Ruggeri: “Mi facevo di cocaina perché non sapevo come spendere i soldi. Ho smesso per un motivo”. Il cantante racconta le sue esperienze passate nel corso del suo intervento ai microfoni di “Anni 20”, condotto da Francesca Parisella su Raidue.
Sul Covid. “Ho vissuto male la pandemia, come musicista, appartenente a una categoria che è stata dimenticata e umiliata più volte, male come genitore di tre figli. Uno se n’è andato in campagna, ma gli altri di 10 e 15 anni rientrano in pieno in quella categoria che sta soffrendo e che pagherà a lungo quello che è successo da un anno a questa parte. Quello che noi siamo dipende dalla nostra adolescenza”.
Sulla droga. “Conosco eroinomani che hanno smesso da 20 anni ma che ancora hanno l’eroina come primo pensiero al mattino quando si svegliano, anche se non si fanno più. L’eroina è il rientro nella placenta, la fuga da tutto. Non l’ho mai provata ma sono stato contiguo a molta gente che l’ha provata: le prime volte stai bene ma piano piano avviene il contrario, stai male finché non ti fai e dedichi tutta la tua giornata alla ricerca della droga”.
E anvora: “Chi si fa uno spinello non finirà necessariamente a farsi di eroina ma è vero anche che chi si fa di eroina è partito da uno spinello, quasi per scherzo. Noi genitori ora conosciamo il problema, i genitori nati negli anni 20, 30 o 40 non erano preparati ad affrontare il problema”.
Enrico Ruggeri: “Cocaina? Non sapevo come spendere i soldi”
Su San Patrignano. “Ho conosciuto Muccioli, interagendo con San Patrignano anche per amici che erano ospiti lì. Sanpa era per loro unica alternativa al carcere. La grande differenza è che gli ex tossici di San Patrignano, una volta usciti dalla droga, rimangono all’interno della comunità diventando terapeuti, accompagnando gli altri nel loro stesso percorso. Non escono mai da questa grande famiglia, cambiano solo ruolo”.
Sugli adolescenti di oggi. “Ognuno di noi è inevitabilmente influenzato dalle sue conoscenze: io ad esempio non bevo più, perché gioco a pallone e non voglio ingrassare, ma oggi sembra spesso che lo strano sia chi non beve in un gruppo, un disadattato. Figuriamoci a 14 anni cosa accade!”.
Sulla sua esperienza con la droga. “Io ho provato la cocaina, da stupido, perché non sapevo come spendere i miei soldi, in un’epoca in cui il mercato era particolarmente florido. Ne sono uscito semplicemente perché la cocaina soprattutto nella Milano degli anni’80 non crea amici ma compagni di merende. Mio padre mi diceva sempre: ”cerca di frequentare persone alla tua altezza”, quindi mi sono reso conto che non ritenevo tollerabile che da qualche parte uno che magari era stato mio compagno di merende, in una discoteca alle 3 di notte, potesse dire guardandomi in tv:” Ruggeri è mio amico, ho pippato con lui”. Per me questo pensiero era insopportabile. La vita è una e va spesa bene con persone che meritano”.
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