Paolo Bonolis, Freddie Mercury e non solo, l’intervista a ‘Il Messaggero’
Bonolis: “Freddie Mercury ci provò con me. I problemi di salute di mia figlia l’aspetto più pesante. E su Sanremo…”. Il conduttore rivela alcuni retroscena della sua vita privata in una intervista a ‘Il Messaggero’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
[…] Sanremo è finito: lei ne ha condotti due, 2005 e 2009. Per chi presenta sembra una centrifuga.
«Ha senso se decidi tu. Allora c’ era la controprogrammazione e dovevo ideare uno show. Non sono un così grande esperto di musica. Anche se nel 2005 pensavo assurdo escludere i Negramaro di Mentre tutto scorre. Poi li hanno eliminati, ma sono diventati i Negramaro. Nel 2009 stavano escludendo Sincerità di Arisa: ma quella era come la sigla della Coca Cola, chi non la canta? Poi vinse».
C’ è qualcosa che lei ancora insegue in tv?
«Sono stato un pioniere, le idee sembravano davvero opportunità. Oggi mi dicono che è stato fatto tutto, tutto arato: si fa tv stanziale, da coltivatore…»
Ma i suoi format sono beni durevoli, a partire da Avanti un altro.
«Il fatto è che improvvisando, senza conoscere chi entra in studio, è come aprire ogni volta un nuovo sipario. Poi lo sforzo è quello di rendere tutto più leggero possibile. Difficilissimo alleggerire il clima, specie ora. E dà gusto proprio questo. Come l’ essere pop».
[…] Lei è un tipo un po’ asocial… […] Da genitore come se la cava?
«Propongo ai miei figli un bilanciamento esistenziale tra digitale e analogico, cioè il mio modo di conoscere».
Hanno proposto sua Zia Adele per la beatitudine.
«Ha aperto quattro case famiglia per ex prostitute con figli, ex carcerati, malati psichiatrici. Nel processo di beatificazione mi hanno chiesto se sapevo di miracoli compiuti da zia: quelle case famiglia esistono ancora. A me pare un miracolo: non ha trasformato l’ acqua in vino. Ma il vino finisce, la carità resta».
Bonolis: “Freddie Mercury ci provò con me”
[…] La cosa più pesante della sua vita?
«Nostra figlia Silvia ha le sue problematiche di salute, a 18 anni: il problema persiste, ma con il suo sorriso è più facile affrontarlo».
È spesso criticato per i suoi personaggi fellinesque.
«Piano con i complimenti. Siamo tutti grotteschi: facemmo una puntata di Darwin con finti giovani contro nati vecchi. E non siamo noi? Che cerchiamo Viagra e palestre per non sembrare chi siamo davvero? Il nostro egoismo è assai grottesco».
[…] Lei è stato un buon calciatore.
«Per quello mi chiamano sempre nelle partite del cuore: anche all’ estero».
In quella partita di Londra con Rod Stewart conobbe Freddie Mercury.
«Mi fece capire che voleva trascorrere tempo con me, ma io gli ho fatto capire che non volevo. Mi chiese l’ indirizzo, diedi quello di mia madre: un anno e mezzo dopo mi fece avere due biglietti per il famoso concerto di Wembley».
Anello del triplete interista da primo tifoso e un altro record.
«Di lettura veloce: dovevo fare qualcosa per Gerry Scotti, lessi il primo capitolo dei Promessi Sposi… velocemente».
Eppure lei ha combattuto la balbuzie: un esempio per i giovani che vivono lo stigma.
«Facevo solo interrogazioni scritte: troppe idee si affollavano, c’ avevo il Raccordo Anulare nella testa. Mi partiva la zagaglia come diciamo a Roma, mio padre mi aiutava a ironizzarci sopra, mi diceva Paolo scrivi che è meglio. Poi un corso di teatro: la parte assegnata la recitavo senza intoppi. Ancora oggi ogni tanto balbetto, pazienza».
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