Uccide la figlia e porta la testa alla polizia: l’orrore in India
Uccide la figlia e porta la testa alla polizia: frequentava un ragazzo non gradito. È accaduto nell’Uttar Pradesh, lo Stato più violento dell’India. Un uomo è entrato nella caserma della polizia con in mano la testa mozza della figlia, ancora grondante di sangue.
Così Sarvesh Kumar si è costituito, confessando di aver ucciso la figlia dopo averla sorpresa assieme a un giovane non gradito alla sua famiglia. Nel video girato dalla polizia, il padre-assassino racconta di averla chiusa in una stanza, per poi decapitarla con un coltello da cucina.
L’India è uno dei Paesi con più casi di femminicidi al mondo, storie di questo tipo sono ancora frequenti. Secondo una certa cultura, infatti, i padri, spesso accompagnati da altri parenti, si sentono legittimati a punire con la morte le figlie che “rovinano l’onore della famiglia” avviando relazioni con uomini di ceto, religione o casta diversa dalla loro.
Su questi terribili “delitti d’onore” non si hanno dati precisi, ma si calcola che ogni anno alcune centinaia di ragazze vengano uccise brutalmente con questa scusa nel Paese asiatico. Di loro si dirà poi che sono suicidate o che sono fuggite, dopo che il cadavere è stato fatto scomparire in tutta fretta, con una cremazione segreta, spesso di notte.
Secondo il National Crime Records Bureau, In Uttar Pradesh, che è lo Stato indiano con la più alta densità di popolazione, dal 2015 i crimini contro le donne sono cresciuti del 66%. Solo nel 2020, si è registrato il record più alto del numero di violenze contro le donne.
Dati inquietanti che continuano a crescere soprattutto da quando nel 2017 si è insediato al governo il monaco fondamentalista indù Yogi Adityanath, celibe e votato alla castità. Secondo le denunce delle associazioni, l’attuale primo ministro alimenta un atteggiamento retrivo contro le donne.
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