Luca Bizzarri sul livello di comunicazione in Italia: l’intervista a leggo.it
Luca Bizzarri: “Livello comunicazione in Italia molto basso. Sono stato in analisi diversi anni”. L’attore comico senza peli sulla lingua in una intervista a leggo.it. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
In Tutta colpa di Freud è un comunicatore, nella vita è molto attivo sui social. La vive come una forma di attivismo, di resistenza? Ha persino gestito per un giorno il profilo di Calenda, tempo fa.
«Lo vivo come un divertimento puro, senza uno scopo particolare. Certo, quando tocchi certi argomenti viene fuori la rumenta (la spazzatura, NdR), come la chiamiamo a Genova. L’altro giorno ho fatto un post sui vaccini: capire come reagiscono le persone è interessante ma anche terrificante».
C’è una responsabilità quando si comunica sui social?
«Sì, tanti non la capiscono, ma tanti la sopravvalutano. Soprattutto in Italia, spesso i social sono solo una valvola di sfogo. Lo dimostra il fatto che quando le cose si fanno serie diventa premier uno che non è mai stato sui social in vita sua. Vorrà pur dire qualcosa».
Luca Bizzarri: “Livello comunicazione in Italia molto basso”
Proprio sui vaccini si è creata molta confusione.
«Un po’ è colpa della comunicazione e un po’ del mondo accademico, che invece di usare una voce sola e autorevole si è disperso. Molti secondo me hanno cercato anche la fama personale o sono stati ammaliati da una fama inaspettata che non hanno saputo gestire».
[…] Non ha mai avuto paura di esporsi sulla politica…
«Anche troppo! Mi sono pentito di averlo fatto, a volte».
A giudicare dai tweet, sembra molto negativo sulla politica.
«Non sulla politica, ma sulla comunicazione. Quando scendi in un’arena in cui la tua parola vale quanto quella di tettagrossa98, tutto perde di significato. Secondo me ci sono arene in cui l’amministratore non deve andare, se non in modo istituzionale. Ci deve essere il profilo della presidenza del consiglio ma non quello del premier. Secondo me in questo momento il livello della comunicazione è così basso che la miglior comunicazione possibile è quella che non c’è».
Tornando alla serie, si parla di psicanalisi, lei che rapporto ha con la materia?
«Ho frequentato molto, soprattutto negli anni scorsi. L’analisi è come una vecchia fidanzata da cui torni ogni tanto, sempre accogliente. Sarà che gli dai 70 euro l’ora!»
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