Per Mario Draghi la lotta alla pandemia è il primo pensiero, il Premier al Senato legge il suo discorso prima di chiedere la fiducia al suo Governo
Draghi: “Lotta pandemia primo pensiero. Su scuola, economia e investimenti…”. Il Premier al Senato apre parlando della lotta alla pandemia, definendola come una “trincea dove combattiamo tutti insieme, il virus è nemico di tutti. ll primo pensiero che vorrei condividere riguarda la nostra responsabilità nazionale, il principale dovere a cui siamo chiamati tutti io per primo”.
Draghi ha poi ringraziato il suo predecessore, Giuseppe Conte, assicurando che il suo esecutivo non è una risposta al fallimento della politica. “Si è detto e scritto che questo governo è stato reso necessario dal fallimento della politica. Mi sia consentito di non essere d’accordo. Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità ma semmai, in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione, ne fa uno avanti nel rispondere alle necessità del paese, nell’avvicinarsi ai problemi quotidiani delle famiglie e delle imprese che ben sanno quando è il momento di lavorare insieme, senza pregiudizi e rivalità”.
Poi il pensiero rivolto ai giovani q alla scuola: “Ogni spreco oggi è un torto alle future generazioni. Occorre rivedere il disegno del percorso scolastico annuale. Allineare il calendario scolastico alle esigenze derivanti dall’esperienza vissuta dall’inizio della pandemia. Il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza”.
Poi stabilisce alcuni paletti: “Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro, significa condividere la prospettiva di un’Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione. Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa. Senza l’Italia non c’è l’Europa. Ma, fuori dall’Europa c’è meno Italia. Non c’è sovranità nella solitudine. C’è solo l’inganno di ciò che siamo, nell’oblio di ciò che siamo stati e nella negazione di quello che potremmo essere”.
Sull’occupazione, specialmente quella dei giovani e delle donne. “Un fenomeno destinato ad aggravarsi quando verrà meno il divieto di licenziamento. Il numero totale di ore di Cassa integrazione per emergenza sanitaria dal 1 aprile al 31 dicembre dello scorso anno supera i 4 milioni. Nel 2020 gli occupati sono scesi di 444 mila unità ma il calo si è accentrato su contratti a termine (-393 mila) e lavoratori autonomi (-209). La pandemia ha finora ha colpito soprattutto giovani e donne, una disoccupazione selettiva ma che presto potrebbe iniziare a colpire anche i lavoratori con contratti a tempo indeterminato”.
Sulla ripartenza. “Oggi noi abbiamo, come accadde ai governi dell’immediato dopoguerra, la possibilità, o meglio la responsabilità, di avviare una Nuova Ricostruzione. La fiducia reciproca, nella fratellanza nazionale, nel perseguimento di un riscatto civico e morale. A quella ricostruzione collaborarono forze politiche ideologicamente lontane se non contrapposte. Sono certo che anche a questa nuova ricostruzione nessuno farà mancare, nella distinzione di ruoli e identità, il proprio apporto. Questa è la nostra missione di italiani: consegnare un Paese migliore e più giusto ai figli e ai nipoti”.
A proposito del Mezzogiorno il Premier punta sulla capacità di attrarre investimenti privati, nazionali e internazionali. Un aspetto, a suo dire, essenziale per generare reddito, creare lavoro, investire il declino demografico e lo spopolamento delle aree interne. “Ma per raggiungere questo obiettivo occorre creare un ambiente dove legalità e sicurezza siano sempre garantite. Bisogna irrobustire le istituzioni che in passato ci hanno deluso. Per il Sud vi sono poi strumenti specifici quali il credito d’imposta e altri interventi da concordare in sede europea”.
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