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Salute

Italia in lockdown, Gimbe: “Stop per 2 settimane o c’è un rischio per il 2021”

Italia in lockdown, Gimbe fa il punto della situazione con l’intervento del Presidente Nino Cartabellotta a Radio Cusano Campus

Italia in lockdown, Gimbe: “Stop per 2 settimane o c’è un rischio per il 2021” . Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ha parlato dell’ipotesi lockdown ai microfoni della trasmissione ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano Campus. “Un lockdown totale per 2 settimane farebbe abbassare la curva per poter riprendere il tracciamento, altrimenti bisognerà continuare con stop and go per tutto il 2021”, ha detto.

“Ricciardi? Credo che il suo ragionamento sia allineato con quello che abbiamo pubblicato prima del periodo natalizio. La strategia che il governo ha assunto è quello della convivenza con il virus, varando misure per evitare la saturazione degli ospedali”, spiega ancora Cartabellotta.

Inoltre, secondo Cartabellotta, “non tutte le regioni sono pronte all’attività di testing e tracciamento. Dobbiamo decidere se siamo disponibili ad accettare una restrizione maggiore per abbassare la curva, oppure se accettiamo di avere un 2021 che andrà avanti con stop and go”.

Sulla teoria che la somministrazione del vaccino possa far migliorare la situazione. “È molto difficile, sia per i tempi sia per l’incognita varianti. L’obiettivo dovrebbe essere far circolare il virus meno possibile e non abbassare il carico sugli ospedali, tutti i Paesi invece hanno scelto la seconda via”.

Sulla percentuale di popolazione vaccinata con due dosi. “L’Italia è terza nel mondo, quindi in una posizione assolutamente di merito ma con differenze regionali non trascurabili. Si va dall’1,4% della Calabria al 4,1% di Bolzano. Con la quantità di vaccini ricevuta la campagna è proceduta finora bene, con l’unico neo che abbiamo vaccinato ancora pochi ultraottantenni, perché si è scelto di vaccinare prima gli operatori sanitari anziché le persone più fragili. Ma il vero problema è quello delle forniture”.

Per quanto riguarda le varianti in circolazione, conclude Cartabellotta, “bisogna ipotizzare lo scenario peggiore per evitare di farci trovare impreparati“.

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