Covid, Sileri fa il punto della situazione in un’intervista a ‘Libero quotidiano’
Covid, Sileri: “Il peggio alle spalle, possiamo iniziare a riaprire. Normalità? Penso a una data ma dipende da un aspetto”. Il viceministro alla salute parla degli step che ci porteranno, si spera al più presto, verso la fine della pandemia. Di seguito vi proponiamo alcuni passaggi dell’intervista rilasciata a ‘Libero quotidiano’.
Primi passi. “Stiamo riaprendo perché si sono create le condizioni per farlo. Sono decisioni che non c’entrano nulla con la sorte del governo. Stiamo facendo un passo secondo la gamba. La situazione non è stabilizzata ma ci sono elementi che mi fanno dire che abbiamo scavallato”.
Sul piano vaccini. “Entro marzo avremo vaccinato quasi tutti gli ottantenni, che costituiscono la stragrande maggioranza dei decessi da virus. Se metti in sicurezza le categorie più fragili, automaticamente si svuotano gli ospedali ed è più facile assistere i malati. In più, come dimostra l’andamento dell’epidemia nelle province di Bergamo e Brescia, in certe zone sta maturando una certa protezione di gregge”.
Il buon comportamento degli italiani. “Bisogna fare i complimenti agli italiani, che hanno imparato a convivere con il virus e a difendersi da esso: portano la mascherina, non si assembrano, si lavano le mani. Se possiamo permetterci qualche riapertura è perché è cresciuto il capitale civico degli italiani”.
Covid, Sileri: “Tornare a vivere normalmente? Forse a giugno ma dipende da vaccinazioni”
Tornare a vivere normalmente? “Spero da giugno. I vaccini sono essenziali. Guardi Israele, dove la profilassi di massa ha praticamente azzerato i decessi. La terza ondata ci sarà sicuramente, perché le riaperture comportano un inevitabile aumento dei contagi. Ma penso che non sarà come la seconda e che riusciremo a controllarla senza dover ricorrere a nuove improvvise chiusure, proprio perché le persone fragili non si ammaleranno”.
Bar e ristoranti. “Io è dal 5 ottobre che dico che ristoranti e bar possono riaprire in sicurezza. Anche i cinema e i teatri, con meno posti e distanziamento potrebbero farlo. Ovviamente sempre nel rispetto delle regole e sempre pronti ad un passo indietro se necessario”.
Sulla gestione della pandemia. “È una mediazione tra la politica e la sanità. Quando spingo per le aperture prevale in me il medico, che conoscendo il virus ne ha meno paura dei politici. Contrariamente a quanto si crede, il governo ha spinto per la chiusura più dei medici. Parlare di dittatura sanitaria è una scemenza. Sicuramente la scienza ha avuto un ruolo preminente nella terapia, ma chiusure e vaccinazione sono state gestite dalla politica. Il potere esecutivo non è nelle mani dell’Istituto Superiore di Sanità né del Comitato Tecnico Scientifico”.
Sulle cure. “Lo Spallanzani ha in questi giorni approvato il protocollo di Remuzzi, che presto potrà essere utilizzato come linea guida. Servono una casistica e verifiche ufficiali per promuovere una pratica ospedaliera, per quanto applicata da una massima autorità scientifica come Remuzzi, a protocollo nazionale. Sono state sperimentate sul campo tante terapie anti-Covid in Italia, ma alcune si sono perfino rivelate controproducenti”.
Seguici anche su Facebook. Clicca qui per diventare fan della nostra pagina
Leggi anche:
Napoli, cade e sbatte la testa durante una partita: calciatore 15enne in gravi condizioni
Aggiungi Commento