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Katia Ricciarelli: “Alberto Sordi? Mi inviò 100 rose ma quei dubbi dei maligni…Ho avuto solo 2 amori”

Katia Ricciarelli su Alberto Sordi e non solo, l’intervista a ‘La Repubblica’

Katia Ricciarelli: “Alberto Sordi? Mi inviò 100 rose ma quei dubbi dei maligni…Ho avuto solo 2 amori”. La soprano racconta le sue relazioni senza lesinare qualche retroscena in una intervista a ‘La Repubblica’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Tra i suoi primi flirt Alberto Sordi.
«Veniva a teatro con Luchino Visconti e altri amici ad ascoltarmi. Mi inviò cento rose bianche, i maligni dicono che le mise sul conto di una produzione, ero lusingata. Ci sorpresero i paparazzi in macchina, c’ era grande differenza d’ età, finimmo sui giornali. Ci siamo lasciati ridendo, come avevamo iniziato. Condividevamo l’ idea che sposarsi era mettersi un estraneo in casa».

Il primo film con Franco Zeffirelli.
«Sì. L’ Otello con Placido Domingo, andammo a Cannes. Ogni scena era un quadro di bellezza unica. Con Franco c’ erano affetto, intesa e reciproca ironia. E anche con Domingo, abbiamo fatto insieme i teatri più importanti. Ero una bellissima ragazza, ma non ha mai detto una parola fuori posto.

Con altri è successo, anche se riuscivo a buttarla a ridere, così l’ altro fingeva di aver scherzato. Ho avuto uno stalker: dopo un mio spettacolo si presentò a casa mia rompendo i vetri. Mia madre riuscì a rabbonirlo, diceva che voleva sposarmi. Al processo spiegò che lo avevo provocato guardandolo durante lo spettacolo, malgrado fosse in galleria».

[…] Nascere povera le ha dato o tolto?
«Mi ha dato la consapevolezza di non aver nulla e di poter conquistare tutto. Non ho avuto un padre, ho adorato mamma. Si proponeva nelle case per lavare i panni, l’ assunzione da bidella fu un traguardo. Le regalavo pellicce e tanti anelli che non toglieva mai.

Prima di morire era così magra che per non farli scivolare dalle dita teneva le mani rivolte in alto. La lirica non è un mondo elitario, è nata per il popolo. Non contano le prime alla Scala, i biglietti carissimi. Io ho rispettato sempre il pubblico, non sono mai sgattaiolata via come i colleghi a cui dicevo “quando non avrete più il pubblico piangerete”.

Katia Ricciarelli: “Alberto Sordi mi inviò 100 rose bianche”

Il momento migliore e il peggiore della carriera?
«Il momento meno bello è quando mi sono sposata nell’ 86 e mi hanno contestato alla Scala. Vennero con i fischietti. In Italia va bene quando sei un nuovo talento, se hai successo vogliono buttarti giù»

[…] Del matrimonio con Baudo che bilancio fa?
«È stato e sarà il mio unico matrimonio. Pensavo sarebbe durato fino in fondo. Ho avuto due amori. José Carreras: avevo 22 anni, eravamo innamorati della lirica, è durata 13 anni, lui andava e tornava dalla moglie, nascevano i figli e io non volevo fare l’ eterna fidanzata.

Con Pippo ci siamo sposati dopo 5 mesi ed è durata 18 anni. Era prestante e gentiluomo. Ma i nostri caratteri erano già formati e diversi. I primi anni sono stati belli, adorava l’ opera, a Mosca addirittura tirava lui le corde del sipario. Poi sono arrivati i silenzi».

Rimpianti?
«Pensavo a un figlio, ma non è stato destino e non ho voluto forzare. Con Baudo andammo a Londra, feci una cura ormonale, il primario, che era un mio fan, mi disse “sarete l’ ultima coppia che seguo prima della pensione”. Morì due giorni dopo, quel capitolo l’ ho chiuso».

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