Abusa della figlia per 30 anni e viene condannato ma non può andare in carcere e resterà libero
Abusa della figlia per 30 anni: condannato ma non può andare in carcere. Libero. Un uomo che per trenta lunghi anni ha abusato della figlia, costringendola a subire violenze fisiche e psicologiche, è stato condannato a nove anni e due mesi di carcere. Ma per quella sentenza, inflitta in Corte d’Appello, non sconterà mai un giorno di carcere.
Questo perché il fascicolo d’inchiesta è rimasto per otto anni dentro un armadio prima che approdasse in aula. Nel frattempo l’imputato ha compiuto 80 anni, quindi resterà libero nonostante la condanna subita.
Abusa della figlia per 30 anni: libero nonostante la condanna
L’iter processuale si apre nel 2006 con la denuncia della figlia per innumerevoli episodi di violenza fisica e psicologica. La donna si rivolge alla magistratura dopo aver scoperto che il padre da alcuni anni aveva iniziato a molestare anche la nipote. Le indagini confermano i terribili racconti: le punizioni, le percosse con la cinghia sulla pelle nuda, gli stupri. A raccontare la terribile vicenda è ‘Il Corriere della Sera’, secondo cui nel 2010 l’uomo è stato condannato a nove anni e due mesi di carcere viene condannato a 11 anni e 6 mesi di reclusione.
Ma è a questo punto che la macchina della giustizia s’inceppa. Trascorrono, infatti, otto anni prima che venga fissato il processo d’appello. Il fascicolo viene rispolverato nel 2017, con la a maggior parte dei reati contestati all’uomo – i maltrattamenti, le violenze sulla figlia e la nipote – che finiscono in prescrizione.
Nonostante ciò, la Corte lo condanna a 9 anni e 4 mesi. Si arriva cosi in Cassazione: gli ermellini ordinano un nuovo processo d’Appello. Intanto la prescrizione corre e il padre violento deve rispondere solo di un unico episodio: uno stupro di gruppo. E ora arriva una nuova condanna a nove anni e due mesi. Nel frattempo, però, l’imputato è invecchiato e alla soglia degli 80 anni non sconterà mai la pena.
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