Perché Flavio Montrucchio ha lasciato la carriera di attore? Lo rivela lui stesso a ‘Il Corriere della Sera’
Flavio Montrucchio: “Ho lasciato la carriera di attore per in motivo preciso. Non avrò pace finché non sarò riconosciuto così”. Il conduttore si racconta in una intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Corriere della Sera’.
Dopo l’esperienza al Grande Fratello è iniziata la carriera nelle fiction, in cui però si ritrovava sempre nello stesso ruolo, quello del belloccio. E quindi ha scelto di imboccare un’altra strada.
«All’epoca, quando dissi al mio agente che volevo smettere di fare l’attore mi rispose che ero pazzo. Ma dopo un po’ sentivo di aver perso lo stimolo per fare quello che mi proponevano: mi sentivo più votato alla leggerezza, all’intrattenimento. Quello era il momento delle fiction sui medici, sui poliziotti e anche io venivo da una serie di titoli in prima serata. Ma ho detto basta e mi sono dedicato al teatro».
Un posto fisso in banca a cui ha rinunciato per partecipare alla seconda edizione del Grande Fratello. Che ha vinto.
«Ma da sempre sono suscettibile al cambiamento: prima della carriera in banca avevo fatto il barista, il volontario a servizio militare, l’università… oggi sono grato di poter vantare più di 20 anni di lavoro e in realtà così diverse».
Il mestiere di conduttore se lo sente cucito su misura.
«Sono passati tre anni dal mio arrivo a Discovery e non mi aspettavo che le cose andassero così velocemente: ho visto aumentare sempre più gli spazi che avevo a disposizione. Primo appuntamento è diventato un piccolo cult: l’idea era raccontare l’amore senza vincoli, senza censure, cosa molto importante».
Flavio Montrucchio: “Ho lasciato la carriera di attore per in motivo preciso”
Junior Bake Off ha visto il ritorno alla conduzione di Alessia Mancini, sua moglie: tra tanti cambiamenti, una certezza dal 2002.
«È stato molto bello: si sono innescati meccanismi non scritti che hanno funzionato bene, del resto abbiamo dalla nostra 18 anni di rodaggio. In ogni trasmissione cerco di inserire gag, micro sketch o anche solo degli omaggi ai miei riferimenti: da Totò a Banfi. Non farò pace con me stesso finché non sarò riconosciuto come comico».
Non male per uno inizialmente visto da tutti come il bello da fiction.
«L’aspetto fisico conta ma può essere un recinto che ti limita. Io non l’ho mai considerato un elemento preponderante, motivo per cui, nel periodo in cui andavano di moda i calendari, ho rifiutato un’offerta molto generosa, sempre per la gioia del mio agente».
Felicissimo non era stato anche quando è diventato protagonista della soap Centovetrine, aveva deciso di licenziarsi.
«Lavoravo tutti i giorni, che per chi fa un mestiere precario come questo non è poco. Al momento di firmare un contratto per cinque anni, mi sono detto: non ce la farò mai. E ho iniziato con il teatro, rendendomi conto per la prima volta della volatilità di questo mestiere».
Che ama più che mai nella sua declinazione televisiva.
«Mi sento molto appagato. In futuro vorrei condurre un game show o un programma che ha a che fare con la musica. Un reality? Chissà… sarebbe un po’ la chiusura del cerchio».
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