Agitu Gudeta, l’assassino dell’imprenditrice 43enne di origine etiopi, confessa di averla uccisa a colpi di martello alla testa
Agitu Gudeta, l’assassino confessa: uccisa a martellate. La pastora etiope di 42 anni, che da tempo viveva in Trentino, ieri sera, martedì 29 dicembre, è stata trovata morta nella sua casa in valle dei Mocheni. La donna, diventata simbolo di integrazione, aveva avviato ‘la Capra Felice’, un’azienda agricola con allevamento di animali da cortile, a Frassilongo.
Secondo quanto riportato da ‘Il Corriere della Sera’, Agitu Gudeta è stata uccisa a martellate, con un colpo alla testa che non le ha lasciato via di scampo. Agitu, che a gennaio avrebbe compiuto 43 anni, è stata forse anche violentata. È quanto stanno cercando di capire i carabinieri della compagnia di Borgo Valsugana che insieme ai colleghi del reparto operativo del comando provinciale, guidati dal sostituto procuratore Giovanni Benelli e dal procuratore Sandro Raimondi, indagano sull’omicidio.
Stando a quanto si apprende, i militari hanno trovato anche l’arma del delitto: un martello. Il corpo della donna era nella sua abitazione, accasciato a terra all’interno della sua camera da letto, in località Plankerhoff, a Frassilongo, un complesso che sorge a pochi chilometri dalla sua azienda agricola. A lanciare l’allarme, verso le 18, è stata la vicina di casa.
I carabinieri hanno fermato ed interrogato un collaboratore dell’azienda agricola, un uomo di origine ghanese di 32 anni, di nome Adams. L’uomo ha confessato di aver ucciso la donna che lei aveva accolto e aiutato. Il movente resta ancora da capire, sono tante le ombre e gli interrogativi che avvolgono il delitto: si tratterebbe di un problema di soldi e di uno stipendio non corrisposto.
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