Manuela Villa e la paternità ottenuta a 21 anni, la cantante ne parla in una intervista a ‘OFF’ de ‘Il Giornale’
Manuela Villa: “Paternità? Tutti sapevano, una cattiveria. C’è una cosa che ancora fa rabbia”. La cantante figlia di Claudio Villa, si racconta partendo proprio dalla sua battaglia in una intervista a ‘OFF’ de ‘Il Giornale’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Una voce, la sua, che era già nel Dna.
«Si dice che sia così. Ne sono contenta, mi fa piacere ascoltarlo dagli altri, non amo essere autoreferenziale».
Quanto era importante, per lei, avere quel cognome così illustre per la musica italiana sulla carta d’identità?
«Era un discorso di giustizia, significava mettere i puntini sulle “i”. Bisognava farlo. Credo che fosse una cosa dovuta già da tanto, troppo tempo. Ho aspettato 21 anni, una vita. Anche perché tutti sapevano, è stata quasi una cattiveria».
Era emozionata il giorno della firma per il riconoscimento legale?
«Me la ricordo quell’emozione, il coronamento di tutte le lotte che io e mio fratello Claudio avevamo portato avanti. Mi è dispiaciuto solo che non ci fosse più mia madre e che nessuno ci abbia mai chiesto scusa. Lei ci ha guardato da lassù, ha visto tutto, ma la cosa continua a farmi rabbia».
Ha duettato virtualmente con suo padre, Claudio Villa, in un programma condotto da Paolo Limiti. “Un amore così grande”?
«Sì, inoltre abbiamo cantato “Tu che m’hai preso il cuor” e altri brani. Era una trasmissione interamente dedicata a lui. “Un amore così grande” è la canzone emblematica. L’ho vissuto poco ma intensamente. Poiché, salendo sul palcoscenico e sentendo le stesse emozioni, era come se mi dicesse con una confidenza forte e intima “Quello che stai provando l’ho vissuto anche io”».
[…] Ricorda un episodio off e divertente della sua carriera?
«Mi trovavo in Australia per un concerto. Ad un tratto, dopo circa sei canzoni, durante l’esibizione un signore alzò la mano e mi domandò se avessi potuto aspettarlo perché aveva urgenza di andare in bagno. E mi chiese la cortesia di fermare tutto, non voleva perdere neanche un minuto della performance. Quindi, complice il pubblico che nel frattempo intrattenevo, lo abbiamo atteso tra un sorriso e l’altro: la tenerezza di un uomo di mezza età emigrato all’estero e i suoi ricordi del passato. Al ritorno lo abbiamo accolto con un grande applauso».
[…] Con chi le piacerebbe collaborare nel panorama musicale?
«Vasco Rossi, mi sento rock e adoro le fusioni, sono una crossover. Spazio facilmente dal genere pop al classico».
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