Fine pandemia Covid, la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa parla delle vaccinazioni in una intervista rilasciata a ‘La Stampa’
Fine pandemia Covid, Zampa: “Italia in sicurezza a ottobre 2021, ma a due condizioni”. Per vedere la luce in fondo al tunnel, l’Italia si affida al vaccino che porterà il Paese in sicurezza a due condizioni: la copertura del 70% della popolazione e che la campagna per la distruzione vada secondo i piani. Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute, ne parla in una intervista rilasciata a ‘La Stampa’.
Sul via libera dell’Ema al vaccino Pfizer/BioNTech. “Finalmente una bella notizia. Dal giorno dopo la consegna del vaccino, il 27 dicembre, siamo pronti a partire. Dovremmo iniziare tutti lo stesso giorno in Europa, un’iniziativa con un’alta valenza simbolica che il nostro ministro ha fortemente voluto e per la quale si è speso”.
Sulla possibile fine della pandemia. “Per essere in sicurezza la copertura del vaccino deve arrivare attorno al 70% della popolazione. Parliamo di ottobre se tutto va bene. Ma quando saremo a 15-20 milioni di vaccinati, saremo già a un livello importante che permetterà di dare più ossigeno al Paese. L’Italia ha opzionato complessivamente 202 milioni di dosi. Il piano è stato messo a punto, si parte ovviamente dagli operatori della sanità – medici e infermieri in testa – e poi Rsa”.
Sull’obbligatorietà. “Al momento rendere obbligatorio il vaccino probabilmente rafforzerebbe i dubbi di chi è incerto. È sconsigliabile partire con l’obbligo. Meglio spiegare alle persone cos’è il vaccino, come è stato fatto. Ribadire che la fretta non ha messo in discussione la sicurezza, che si è andati veloci perché si è investito tantissimo. Nessuna delle fasi di sperimentazione è stata saltata. Il vaccino che arriva è sicuro come tutti gli altri che facciamo”.
Sul nuovo ceppo individuato in Gran Bretagna. “L’Ema si è già espressa, ha certificato che il vaccino non viene in alcun modo messo in discussione da questa variante. Ma chi è malato può contagiare più persone, e questo rischia di creare una pressione difficile da sostenere per gli ospedali. Però l’impatto sulla salute al momento pare identico, non sembra fare più danni, non è più mortale e non mette in discussione l’efficacia del vaccino”.
Sulle misure per bloccare la variante inglese. “Innanzitutto l’immediato tracciamento delle persone che sono tornate dall’Inghilterra. Poi c’è stata la chiusura dei voli e degli scambi. E vorrei sottolineare che in questo momento c’è un tavolo europeo per iniziative concordate per arginare la nuova variante. Un’altra storia rispetto a quello che accadde lo scorso febbraio. E si sta lavorando poi per fare in modo che gli italiani in Inghilterra possano rientrare, come pure chi era magari semplicemente in transito”.
Sulle misure. “Alla fine delle misure di Natale si torna alle zone colorate: giallo, arancione e rosso. Sicuramente dovremo continuare con quel modello, che ci ha permesso di mantenere una relativa normalità almeno nelle zone rosse e arancione. Chiudere tutto significava ammazzare il Paese. Il modello ha funzionato, perché non abbiamo più i contagi e le vittime di qualche settimana fa, anche se sono sempre troppi”.
Sulla riapertura della scuola. “Deve restare in agenda. Bisogna fare in modo che nelle discussioni con le Regioni si trovi un punto d’intesa. Molte Regioni stanno lavorando davvero intensamente, hanno potenziato per esempio il numero degli autobus, ragioniamo sugli orari scaglionati di ingresso, sui test rapidi, su una presenza ridotta. Ma bisogna ripartire”, conclude.
Aggiungi Commento