Federico Zampaglione su Califano, Lucio Dalla e non solo: l’intervista a ‘La Repubblica’
Zampaglione: “Califano piangeva ogni giorno al tramonto. Dalla? Mi ha stupito al primo incontro”. Il cantante ripercorre gli esordi e li racconta in una intervista rilasciata a ‘La Repubblica’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
[…] Che periodo è della sua vita?
«Sono preoccupato per i miei cari, per mia figlia, per mio padre. Ma sento che è anche il momento della maturità, in cui riesco a realizzare nel cinema e nella musica le cose proprio come le immagino».
Durante la clausura ha girato un corto horror con sua figlia.
«È stato un bel modo per sopravvivere a quel momento buio, creare qualcosa per non ripetere le stesse giornate. Faccio sempre quel che sento, anche il mio ultimo brano ( Finché ti va, ndr) è arrivato in un momento in cui va di moda tutt’altro, eppure è andato bene».
[…] Che tipo di film è il suo?
«Parla di sogni, amicizia, fallimenti. Fa ridere e commuovere. Diverso dal cinema che ho fatto finora, si ricongiunge a quel che ho fatto con la musica. E a gennaio uscirà il singolo del film, Cerotti».
Nella scena girata poco fa, il rocker spiegava al giovane come portare l’energia al pubblico.
«È ciò che ho vissuto io con Lucio Dalla. Sul palco non cercava il pubblico, andava con gli occhi da un’altra parte, come se scaricasse energia verso il basso che poi risaliva più potente. E tu la prendevi, non era lui a tirarla addosso. Era come se stesse su un’astronave. Lui e Franco Califano sono stati i miei mentori. Da giovane pensavo che un brano di successo fosse l’arrivo, poi capisci che è solo l’inizio e impari a comunicare senza vergognarti di quel che senti veramente».
Il primo incontro con Dalla?
«In una trasmissione tv. Dovevamo cantare Com’è profondo il mare che avevo interpretato a distanza sul film di Paz. Subito prima chiedo “maestro, ma come vogliamo dividerci le battute?”, lui dice “cazzo canta, non ti preoccupare”. E io: “Come, canto io?”, lui “Su, vai…canta”. Si è messo al piano e io ho iniziato. Mi sono accorto che faceva una serie di facce, mi sono terrorizzato, “mi prende per i fondelli?”, pensavo. Era un mimo, io cantavo “babbo che eri un gran cacciatore, caccia via queste mosche” e lui fingeva di scacciarle. Pensai di uscirne distrutto. Rivedendo lo show in tv ho visto la sua potenza incredibile, rispetto a me che mi impegnavo così tanto a cantare. Lui il pezzo lo aveva sublimato, era una sorta di visione. Non gli serviva cantare».
Il primo incontro con Califano?
«Mi voleva incontrare, ci vediamo a Ciampino. Il Califfo si presenta in Jaguar, camicia bianca aperta sul petto abbronzato, catenone d’oro: “Vieni in macchina con me”. Salgo, facciamo un tratto di strada. Era il tramonto. Franco parcheggia e dice “scusa un attimo”. Si mette in piedi davanti al sole. Io in macchina, confuso. Dopo un po’ scendo e mi avvicino. Vedo che piange. M’imbarazzo. “Tutto a posto?”. Lui mi guarda: “Io piango sempre quando il sole more”.
Qual è stato il suo momento più difficile quando aveva vent’anni?
«Ero timido ma anche incosciente. Il momento più basso fu un concerto a Torino. Arrivammo col furgoncino, montammo gli strumenti, ci mettemmo in camerino. Dopo un bel po’ bussa il proprietario: “Ragazzi, smontate tutto, venite”. Siamo usciti e nel locale non c’era neanche una persona. Siamo tornati a Roma. Uno dei momenti più belli, ai tempi di La descrizione di un attimo, quando eravamo ancora un gruppo indie: ci chiamano a suonare a Perugia, parte la canzone e la folla la canta a memoria, una bella botta».
[…] Rimpianti per cose non dette?
«Avrei voluto che mia madre condividesse con me questi ultimi anni belli, tante canzoni che avrei voluto farle sentire. Soprattutto non ha potuto veder crescere mia figlia».
Con suo fratello Francesco (sotto processo per una rapina fatta per protesta, ndr ) il rapporto è forte?
«Fortissimo, ci amiamo tanto. A tratti lavoriamo insieme, a tratti ognuno va per la sua strada. Tra fratelli, tra artisti, è un po’ così. Lui è un grandissimo artista, un grande musicista. Abbiamo fatto delle cose meravigliose, di sicuro ne faremo delle altre».
Leggi anche:
Bruno Vespa: “Idranti su folla per evitare assembramenti. E a chi non indossa la mascherina…”
Aggiungi Commento