Lilli Gruber da giovane considerata acida o aggressiva, l’intervista a ‘Io Donna’
Lilli Gruber: “Da giovane passavo per acida o aggressiva. Salvini sessista fa campagna elettorale in mutande”. La giornalista e conduttrice parla del suo nuovo libro, e non solo, in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Da dove nasce questa vena femminista?
“Da tempo covavo l’idea di scrivere qualcosa a tema donne, anche se non mi sarei mai definita “femminista”, anzi sono stata molto critica nei confronti delle quote rosa. Se sei più brava, sceglieranno te, pensavo. Mi ha ispirata Salvini: basta con tutto questo testosterone, mi sono detta. Ho capito che era il momento giusto per scrivere. Non è più tollerabile che così tanti Paesi importanti nel mondo, dagli Usa al Brasile, siano in mano a un’internazionale di bifolchi misogini che fanno danni non solo alle donne, ma a tutti.
Per me era anche urgente che le donne capissero che dobbiamo svegliarci, perché sia sul fronte degli equilibri di genere che ambientale, mancano cinque minuti a mezzanotte, come dicono i tedeschi. I maschi al potere stanno lasciando un mondo a pezzi: debito pubblico, tasse, disoccupazione, fuga dei talenti, mancanza di servizi, disuguaglianze, scuole e ponti che crollano, il territorio che si disgrega. La battaglia per il potere alle donne va di pari passo con la battaglia per la sopravvivenza del pianeta”.
[…] Qualcosa sta cambiando nelle nuove generazioni?
“Sì, lo vedo anche nella mia redazione, dove è normale che un giovane padre si occupi dei figli quando la mamma lavora. Noi sessantenni siamo più arrabbiate, perché dopo tante chiacchiere vogliamo i fatti, rispetto alle ventenni che hanno un atteggiamento più “friendly”, più diplomatico nei confronti dei loro coetanei. Ma devono aprire gli occhi: se lui è il tuo superiore, e ha più potere di te, non deve permettersi di fare nessuna stupida osservazione. La tolleranza deve essere zero. E le ragazze devono sapere che la vita professionale non è un gioco di seduzione. Mi vestirei sexy se avessi un capo donna?”.
Lilli Gruber: “Da giovane passavo per acida o aggressiva”
Ha subito episodi sgradevoli nella sua carriera?
“Sì, da giovane, e passavo per acida o aggressiva, mentre se fossi stata un maschio avrebbero detto determinata. L’alto manager di una multinazionale che quando entro per un’intervista mi chiede “Signora o signorina?” e io gli rispondo “E lei, signore o signorino?”. L’incontro con il direttore Rai che esordisce con “Complimenti per l’ottimo profumo”. E io ribatto: “Grazie, e lei che profumo usa?”. Niente di grave, ma se sei un uomo di potere, e io ancora una giovane precaria, la prima cosa che mi chiedi è il mio profumo? C’è qualcosa che non va.
I complimenti si fanno alla moglie o alla fidanzata. È come se Christine Lagarde o Ursula von der Leyen davanti a un collega giovane e caruccio facessero complimenti alla sua prestanza. Non lo farebbero mai perché rispettano i ruoli, le responsabilità e lo stile. La forma è sempre anche sostanza.
Per questo mi impressionano i politici maleducati e sessisti che come Salvini fanno campagna elettorale in mutande o come Trump dicono cose come “le donne le prendi per la f…”. Come si può pensare di affidare il Paese a un uomo che ha detto una cosa simile? Come minimo, maltratterà le donne e i cittadini. L’incontinenza in generale, verbale o sessuale, non può non portare a mala gestione del potere e di tutto il resto”.
[…] Si definisce solidale con le donne in ansia quando devono avanzare le loro richieste. In che senso?
“Anch’io ho passato una vita in preda a quell’insicurezza insopportabile che ci infliggiamo noi donne: interrompo? intervengo? faccio questa domanda o è una sciocchezza? Ricordo ancora una conferenza stampa ad Amman con re Hussein durante la prima guerra del Golfo. Volevo chiedere al re perché si fosse fatto crescere la barba, ma avevo paura che fosse una richiesta stupida e non ho alzato la mano. Quella domanda l’ha fatta poco dopo un collega e il re sorridendo ha risposto che era per mascherare un’irritazione dovuta allo stress della guerra. Mi sono vergognata del mio autosabotaggio”.
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