Processo mediatico e guerra a De Luca: i cittadini della Regione Campania in lotta contro virus, pregiudizi e parte della politica
Processo mediatico e guerra a De Luca: la Campania lotta contro virus, pregiudizi e parte della politica. Da quando la Campania è zona rossa, è tra le Regioni che hanno registrato il maggior calo della percentuale positivi su tamponi. E non solo, perché la Campania risulta anche tra le Regioni rosse con meno pressioni sugli ospedali e con più guariti ogni giorno. Inoltre, forse il dato più importante, in Campania c’è il tasso di mortalità più basso d’Italia e tra i più bassi in Europa.
Dal punto di vista della pandemia, i cittadini campani ne stanno uscendo da soli, perché la zona rossa è arrivata lo scorso 15 novembre, ma i numeri migliorano già dal 16. In Campania la zona rossa è servita più come amuleto, visto che i risultati delle aree colorate si ottengono solitamente dopo 15 giorni e non il giorno dopo l’entrata in vigore delle restrizioni.
De Luca aveva già chiuso le scuole, istituito il coprifuoco e limitato la vendita ed il consumo di alcolici tra i giovani per evitare assembramenti. Inoltre, il presidente campano aveva chiesto a più riprese maggiori controlli nelle zone della movida e fatto appello ai sindaci di chiudere lungomare e centri storici delle Città. Di conseguenza, dal 16 novembre le curve hanno iniziato la discesa.
Lungi da noi assolvere la Giunta regionale e suoi vertici: se la situazione ad un certo punto si è fatta drammatica, è evidente che ci sono responsabilità che presto o tardi vanno chiarite ed affrontate affinché non si verifichino più. Ma è altrettanto evidente che la Campania in zona rossa c’è finita a margine di un processo mediatico che ha visto i cittadini pagare per tutti.
Processo mediatico e guerra a De Luca: la Campania lotta non solo contro il virus
Del resto, lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza, in una recente intervista ha lasciato intendere che la decisione di cambiare colore alla Campania, è arrivata dopo aver visto alcuni servizi televisivi. “Abbiamo visto tutti le immagini del Vomero di sabato, con un fiume di gente per strada, e quelle di domenica, con le strade deserte”.
Decine e decine di giornalisti inviati tra le strade di Napoli per documentare quello che sarebbe stato l’ultimo giorno prima della zona rossa (come rubare le caramelle ad un bimbo, sic!). Il racconto di una giornata di guerra, solo che la guerra era in altre zone d’Italia, dove ancora oggi si registrano tassi altissimi di contagi e vittime (vedi Lombardia e Piemonte). A dare man forte al fango mediatico, ci ha pensato infine il video del morto al bagno del Cardarelli.
In attesa dei prossimi Dpcm, continueremo a raccogliere dati e a confrontarli in base alle decisioni che assumerà il Governo. Perché se è vero che l’algoritmo usato non è perfetto, sicuramente il fango mediatico lanciato contro la Campania, fa sempre centro. Soprattutto se qualche vecchio rancore politico appesantisce il carico.
Carmine Gallucci
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