Fedez su Sanremo e non solo: l’intervista a ‘TV Sorrisi e Canzoni’
Fedez: “Sanremo migliorato, la svolta due anni fa. Io dai Carabinieri per le denunce del Codacons…”. Il cantante rapper si racconta tra lavoro e vita privata un una intervista rilasciata ai microfoni di ‘TV Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Federico, questo 2020 è un anno “indimenticabile”. Come lo descriveresti con una rima delle tue?
«Le rime a comando non mi vengono. Sembrerei sciocco, come quando ai rapper invitati in tv si fa il gesto dell’Uomo ragno. Ma un aggettivo giusto per questo 2020 c’è, ed è “inaspettato”».
Dopo il doppio Disco di platino per “Bimbi per strada”, impazza “Bella storia”, che è il brano italiano più trasmesso dalle radio. Come fai ad azzeccarne una dopo l’altra?
«Magari! Michael Jordan, il più grande campione di basket di tutti i tempi, diceva: “Prima di segnare questi punti, ho dovuto sbagliarne altrettanti”».
Come le ultime hit, “Bella storia” non è legata a un album. È una strategia o lavori a un nuovo disco?
«Non penso alla musica come a un “lavoro”, perché mi frenerebbe sui binari della creatività. Ora scrivo canzoni senza un progetto discografico dietro, poi magari un album arriverà, ma non c’è nessuna “strategia”».
In “Bimbi per strada” ti sei ispirato agli Anni 90, in “Bella storia” agli Anni 80. Due decenni di cui c’è nostalgia?
«Quando guardi un quadro da lontano, non noti i difetti. Vediamo solo il bello di quel periodo: tutte le cose analogiche degli Anni 80, come il Game Boy e il lettore di cassette, e la voglia di futuro estrema degli Anni 90».
Tu hai partecipato al documentario su tua moglie Chiara, “Unposted”. Lei al tuo ultimo video. Lavorare insieme vi piace?
«Ci diverte, soprattutto. Ci confrontiamo e ci supportiamo a vicenda».
Fedez: “Sanremo migliorato dopo la vittoria di Mahmood”
[…] La gravidanza di Chiara ha scombussolato i piani di vederla a Sanremo?
«Piani? Quali piani? Le voci circolate sono inattendibili, ve lo garantisco io».
Tu ci andresti, ospite o in gara?
«Ospite per qualcuno sarebbe un sacrilegio e in gara in passato avrei avuto qualche preclusione. Ma il Festival è migliorato molto nelle ultime edizioni. La vittoria di Mahmood è stata un punto di svolta, una ventata di freschezza».
Fai tante cose, hai fondato anche la Doom Entertainment, un’azienda di produzione e distribuzione di contenuti digitali. La definizione di “rapper” non ti sta stretta?
«Mi vanno strette tutte le definizioni».
La scorsa primavera con Chiara hai lanciato una raccolta fondi per l’ospedale San Raffaele di Milano che ha raggiunto 4,5 milioni di euro. E per l’impegno sociale siete candidati all’Ambrogino d’oro del Comune di Milano. La cosa ti fa felice?
«L’Ambrogino è una tradizione della mia città, mi inorgoglisce. Certo, non è un mio obiettivo e se non lo ricevo non mi dispero, ma mi farebbe piacere».
Hai appena lanciato un appello a portare le mascherine. Senti il peso di essere un esempio per i ragazzi?
«Non sento nessun peso, perché agisco solo secondo coscienza, d’istinto. Non ho velleità educative».
[…] Agli artisti spesso si chiede: «Cosa fai quando non lavori?». Ma noi vediamo la tua vita sui social. Quindi la vera domanda è: cosa fai quando non sei online?
«Non pensiate che stia sempre sui social. Facciamo i calcoli: una storia di Instagram dura 15 secondi, ieri ne ho fatte 13. E 13×15=195. Quanti sono 3 minuti e mezzo in una giornata? Quello che metto online è un minimo della mia vita. Cosa non vedete? Le rotture di scatole, come dover andare dai Carabinieri per le denunce del Codacons».
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