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Max Pezzali: “Gli 883 considerati merdacce di Serie C e io un cogl**ne. Poi è successa una cosa…”

Max Pezzali sugli 883 e non solo: l’intervista a ‘Il Messaggero’

Max Pezzali: “Gli 883 considerati merdacce di Serie C e io un cogl**ne. Poi è successa una cosa…”. Il cantautore parla dei gusti musicali di ieri e di oggi in una intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Messaggero’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Cosa rappresenta, adesso, la sua generazione?
«Poco. Non abbiamo avuto il 68, né il 77, e la rivoluzione di Internet non l’ abbiamo fatta noi. Siamo quelli del Riflusso, degli sfiorati senza una grande storia da raccontare. Abbiamo investito tutto sull’ amicizia, questo sì. E molti in questo si sono identificati, per fortuna».

[…] Da tempo il suo lavoro è stato ampiamente rivalutato, forse anche troppo: non è stufo di passare per una specie di guru della canzone degli Anni Novanta?
«No. Gli 883 sono sempre stati considerati merdacce di Serie C, frutto di una generazione vuota. Come Max Pezzali sono stato considerato un coglione fino al 2011-2012. Solo da allora, con le nuove generazioni, la percezione è cambiata e ho scoperto di avere qualche merito per tanta gente. Quindi, onestamente, me la voglio ancora godere questa rivalutazione».

Guardarsi sempre indietro, come fa lei in 7080902000, non è diventata un’ossessione ormai noiosa?
«Sì. Da troppo tempo ormai si cercano solo conferme nel passato. Piace vincere facile. Io volevo solo raccontare i miei anni, diversissimi da questi».

Max Pezzali: “Gli 883 considerati merdacce di Serie C”

I giovani la seguono?
«No. Quelli di 12-13 anni, il mercato ormai è fatto per loro, ascoltano i rapper. Io posso giocarmela solo quando, crescendo, conoscono l’amore e cercano canzoni in grado di accompagnare momenti speciali della vita».

[…] In questo disco il brano in cui si è messo più a nudo qual è?
«Qualcosa di nuovo. Mi sono scoperto dicendo che dal punto di vista più intimo rifarei tutto quello che ho fatto. E poi Se non fosse per te, in cui esprimo la mia gratitudine alla partner, cosa per me non facile perché ho sempre paura di perdere il controllo. Nella vita come nelle canzoni».

Perché?
«Roba da psicanalisi. Voglio gestire io le mie insicurezze».

[…] Cosa le ha dato il lockdown di buono?
«Io e mia moglie siamo stati da soli in campagna, a Torre d’ Isola, vicino a Pavia, e siamo stati benissimo. Uno si sposa ma fino a quando non si vivono prove estreme non si può mai dire».

[…] Quanto tempo vuole ancora andare avanti?
«Voglio cantare a San Siro e fare il tour successivo. Poi si vedrà. Niente è per sempre».

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