Silvia Salemi su Sanremo e non solo, l’intervista a ‘Vanity Fair’
Silvia Salemi: “Sanremo governato da meccanismi più grandi di me. Lontana dai riflettori per un motivo”. La cantautrice si racconta a cuore aperto tra vita privata e professionale in una intervista rilasciata ai microfoni di ‘Vanity Fair’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
[…] Amore è anche il rapporto che la lega a Sanremo. Coronavirus permettendo, pensa ci tornerà?
«Tutto quello che ho fatto, all’interno del mio percorso artistico, l’ho costruito da lontano, passo dopo passo. Quando ho deciso di mettermi in discussione anche come conduttrice, sapevo che avrei dovuto farlo con calma. Ho bisogno di pensare il progetto, per attuarlo poco alla volta. Sanremo, purtroppo, è governato da meccanismi più grandi di me, ed è un po’ utopistico, oggi, pensare che si possa fare. Ciò detto, il Festival non fa eccezione alla mia regola. Mi piace pensare che potrei parteciparvi solo possedendo una grande canzone».
Nessuna logica pubblicitaria, dunque.
«No, mai. Non sono solita applicare ottiche di convenienza. Ci sono artisti che, ad inizio anno, stilano un calendario. “Questo Festival sì, quest’altro no”. Io scelgo i miei palchi sulla base di un’onesta riflessione artistica. Niente più».
[…] «Arrivata a 42 anni, so quali compromessi posso fare e quali no. Sono alla ricerca di una musica non urlata, cantautorale. L’album conterrà un duetto con un artista come me, che non ha fatto alcun compromesso commerciale».
[…] Ma, negli anni, non è cambiato mai il suo modo di scrivere?
«Sono scesa a patti, e ben volentieri, con i suoni nuovi. Ero una purista della musica suonata. Oggi, ho accettato la digitalizzazione, i computer, i suoni campionati. Quel che ho mantenuto intatta è una ricerca onesta e marcatamente sincera, perché, credo, questo paghi».
Silvia Salemi: “Sanremo? Governato da meccanismi più grandi di me”
Lo dice lei o lo dicono gli altri?
«Entrambi. Tanti fan mi ringraziano e si complimentano con me. Non mi sono mai spogliata. Anzi, mi sono sempre penalizzata dal punto di vista estetico. Mi sono tagliata i capelli a zero quando avevo diciott’anni, mi sono messa i cargo quando avrei potuto infilarmi le minigonne».
[…] Per le sue figlie, è stata lontana dalla musica dieci anni. Rimpiange mai questa scelta?
«Mai. È stata la scelta più naturale che potessi fare. Fare figli non vuol dire riprodursi. Fare figli vuol dire mettere al mondo un bambino e dargli una madre che, nel rispetto del proprio lavoro, lo segua. Potendo scegliere, ho deciso di perdere la carriera e di non essere più in auge, perché un figlio viene prima di tutto. Mi sono ritirata dalle scene per avere due figlie assennate, studiose, capaci di uscire da sole ed usare un telefonino in modo consono. Mi sono detta che quando le ragazze fossero state autonome, sarei rientrata. Nessuno mi stava aspettando a braccia aperte, perché passa il tempo e il settore è produttivo. Ma l’ho fatto».
E ora cosa la attende?
«La cosa a cui tengo di più è mantenere un impegno costante a RaiRadio2, perché mi piace tantissimo parlare di musica in contesti credibili. È un servizio pubblico, richiede impegno e preparazione, e mi sta arricchendo molto. Poi, sto preparando un programma televisivo che mi permetta di tornare alla conduzione. E ci sarà, lockdown permettendo, un progetto teatrale a sorpresa. Vorrei riuscire ad avere un doppio ruolo: fare musica, ma parlarne anche».
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