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Sabrina Ferilli: “Io attaccata per ogni cosa che dico. Matrimonio con Cattaneo? Non si deve sapere niente!”

Sabrina Ferilli attaccata per ogni cosa, l’attrice lo racconta a ‘Io Donna’

Sabrina Ferilli: “Io attaccata per ogni cosa che dico. Matrimonio con Cattaneo? Non si deve sapere niente!”. L’attrice si racconta a cuore aperto tra passato e presente in una intervista rilasciata ai microfoni di ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] “oggi c’è una violenza nell’aria (verbale, magari paiono solo battute) altrettanto pericolosa. Il modo di giudicarci sempre screditante non è goliardia: ci sminuisce e, quindi ci rende più facilmente attaccabili”.

Si è sentita attaccata?
“Come no, tutti i giorni! Poi ho una struttura mentale e un’età che mi permette di reagire. Dopo ogni affermazione vengo derisa, basta che mi esponga per qualche posizione politica o a difesa dei diritti… Il che, comunque, non mi frena: dovrei omologarmi a quelli che, a due giorni dal voto, si schermano: «Ancora non ho deciso»? Proclamare che ami Mattarella e tifi per l’Italia è la cosa più facile del mondo! Sa cosa mi addolora? Quasi sempre i commenti negativi sono femminili. Questo significa che il problema è più profondo di quel che immaginiamo, c’è una forma di grettezza in noi mogli, noi sorelle, noi madri, noi zie. Pur confidando più nelle donne che negli uomini, non sono una femminista cieca”.

Da dove le viene questa necessità di “metterci la faccia”, espressione che usa spesso?
“Dalla famiglia, non c’è dubbio”.

Sabrina Ferilli: “Matrimonio con Cattaneo? Non si deve sapere niente!”

Suo padre era un dirigente del Partito Comunista.
“Ha reso me, mia sorella e mio fratello partecipi a tutto: si leggevano quattro giornali al giorno, si vedeva tribuna politica, si partiva insieme per i comizi. Alle medie, di domenica, andavo a vendere L’Unità porta a porta. L’infanzia che proporrei domani a mio figlio! Ma è una questione di consapevolezza, di maturità, non di appartenenza politica. Non era Don Milani (decisamente non un comunista) a sostenere che l’idea socialista è la più straordinaria? Chiaro, c’è un motivo sentimentale e romantico del perché sto da una parte invece che dall’altra, però non è buonismo: pagare le tasse affinché il figlio di un benzinaio abbia le stesse possibilità scolastiche e sanitarie del figlio di un notaio è rivoluzionario, non buonista”.

E come hanno reagito i suoi, così rigorosi, alla decisione di diventare attrice?
“Mi hanno lasciata assolutamente libera: «Hai tutti i mezzi per realizzare quello che desideri e farti rispettare». Sono contenta di questo mestiere, ma ce ne sono altri cinque cui mi sarei dedicata con la stessa felicità. Uno degli insegnamenti più preziosi dei miei è: ogni lavoro è importante, e non è detto che un lavoro riuscito sia direttamente proporzionale alla riuscita della persona…”

Quando aveva capito che la recitazione fosse la sua strada?
“Niente folgorazioni durante le recite scolastiche, niente storia del sacro fuoco. Da adolescente mi piaceva raccontare, suscitare domande, instillare dubbi. Finito il liceo classico, ho frequentato un po’ sia il Centro sperimentale di cinematografia sia l’Accademia di arte drammatica. A 22 anni hanno cominciato a propormi piccolissimi ruoli e, per il primo di rilievo, ho dovuto aspettare i 28 con Diario di un vizio di Marco Ferreri. I sacrifici e la determinazione contano”.

Sabrina Ferilli: “Io attaccata per ogni cosa che dico”

[…] del suo matrimonio a Parigi con Flavio Cattaneo non si è saputo niente.
“No, niente, e non si deve sapere niente! (ride) Quando gli racconterò che ho risposto così, riderà pure lui… Via, non mi si può accusare di non espormi: lo faccio di continuo, non curandomi dei rischi”.

[…] La differenza maggiore tra la Sabrina degli esordi e quella di oggi?
“Nessuna. O, meglio, una: sono un filo meno rigida, più sbarazzina, più avventurosa, mi diverto un po’. La vita, con la sua precarietà, con l’assoluta relatività, mi ha regalato un approccio più leggero. Anche rispetto al rapporto con il tempo che passa: è una cavolata sbandierare che siamo soddisfatte delle nostre rughe (chi lo è?), però non può essere un motivo per amareggiarsi. Bisogna saper lasciare andare. Sono una materialista idealista e, soprattutto, una donna pratica”.

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