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Lombardia, acquistati vaccini cinesi senza autorizzazione Aifa: indaga la Procura

In Lombardia i vaccini antinfluenzali acquistati da un’azienda cinese senza autorizzazione Aifa, la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta

Lombardia, acquistati vaccini cinesi senza autorizzazione Aifa: indaga la Procura. Grana vaccini anti influenzali in Lombardia, dove una delle ditte che si è aggiudicata parte dell’ultima gara per la fornitura, è la cinese Life’On, che però non ha l’autorizzazione dell’Agenzia nazionale del farmaco (Aifa). Quindi, tra i 3 milioni di dosi annunciate dall”assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, 100mila non potranno essere utilizzate.

C’è quindi un altro problema per l’ultima gara bandita da Aria, la centrale acquisti della Regione Lombardia. Intanto la Procura di Milano ha aperto un’indagine conoscitiva perché i vaccini in questione sarebbero stati pagati a un prezzo superiore rispetto a quello di mercato. Da qui l’apertura di un fascicolo al momento senza indagati né titolo di reato. E non solo, perché quella commessa arriverà in ogni caso con un numero minore di test antinfluenzali visto che, dei 500mila acquistati, i 100mila prodotti dalla Life’On non potranno arrivare.

L’assessore Gallera respinge al mittente le critiche relative sia all’inchiesta: “Noi siamo una casa di vetro: vengano, guardino le carte, va benissimo tutto”. Inoltre, la campagna anti influenza partirà solo il 19 ottobre: “Siamo assolutamente in orario, copriamo tutte le categorie, non solo quelle ritenute obbligatorie ma anche quelle raccomandate in maniera molto ampia”, le parole di Gallera riportate da Ansa.

Lombardia, vaccini cinesi nel mirino della Procura

Ma l’ultimo acquisto contestato di Aria, ha scatenato le opposizioni che, a partire dal Pd, da tempo ritengono la questione dei vaccini un altro fallimento della Regione sul tema sanità.

Come spiega Samuele Astuti, capodelegazione del Pd in commissione sanità del Consiglio regionale, l’acquisto di vaccini da un’azienda senza l’autorizzazione dell’Aifa è “l’ennesimo fatto grave in una vicenda in cui la Regione Lombardia ha dato il peggio di sé”.

Mentre per Marco Fumagalli, capogruppo del M5S in Regione, “è la conferma che Aria non funziona e che in Regione la mano destra non sa cosa fa quella sinistra”.

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