Spadafora su Juve-Napoli e non solo, il Ministro dello Sport ne parla a ‘Il Corriere della Sera’
Spadafora: “Juve-Napoli? Protocollo ma situazione è cambiata, decide l’Asl. Io tifoso azzurro ma con ADL i rapporti…”. Il Ministro dello Sport spiega la situazione dopo le polemiche per il match annullato in una intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Ministro chi ha ragione tra Napoli e Juventus?
«Iniziamo dal lato sbagliato. Juve-Napoli non è più una partita e non serve schierarsi. Non si deve fare confusione nell’interpretazione dei protocolli, che sono chiari e stabiliscono responsabilità precise».
Lei l’avrebbe rinviata?
«Sarebbe stato meglio trovare una soluzione condivisa: non è stato un grande spettacolo».
Chi ha deciso di inserire nel nuovo protocollo la clausola che concede all’autorità sanitaria il potere di veto?
«È così sin dal primo momento. Quanto avvenuto con il Genoa ha creato un precedente che obbliga tutti a una maggiore responsabilità. Finora il protocollo è stato preso un po’ alla leggera, molte squadre non hanno fatto la bolla dopo aver trovato un positivo, ma una quarantena molto soft con ritorno a casa, consentita proprio dalle Asl. Ora è necessaria una stretta generale, tornando a un rigoroso e puntuale rispetto di quanto era previsto e validato. È cambiato il contesto, dobbiamo tutti prenderne atto».
Spadafora: “Juve-Napoli? Decide l’Asl”
Lei ha detto che lo sport decide in autonomia. Vale anche con un’emergenza sanitaria?
«C’è un lato di sicurezza sanitaria, dove a decidere è lo Stato nelle sue diverse articolazioni, e in questo senso l’ultima parola spetta alle Asl. Vale per le scuole — dove sono loro a stabilire se isolare un alunno, una classe o l’intero Istituto — vale per le fabbriche, gli uffici e vale anche per lo sport. Questo è un punto fermo che non va messo in discussione, soprattutto in un momento in cui le curve destano preoccupazione. Certo i provvedimenti devono essere proporzionali al contesto territoriale e ben motivati. Dal lato sportivo invece le decisioni sono pienamente autonome, in questo caso spettano a Lega serie A e Figc: non può il governo stabilire se dare o meno penalità alle squadre in tema di classifica o di risultato. Mai mi permetterei di interferire su questo piano».
[…] E la gestione della serie A?
«È un’industria pesantemente indebitata e che fatica a trovare un equilibrio economico. Avere una prospettiva industriale significa anche superare schemi personalistici e ormai antiquati e ragionare su prospettive più ambiziose. Il calcio ha il dovere di riformarsi e di trovare strade innovative, che lo mettano in condizione di affrontare un mercato internazionale e competitivo».
Sui social gira il suo tweet da tifoso del Napoli. La imbarazza?
«In nessun modo, tutti hanno una squadra del cuore. Tra l’altro sono anche noti i rapporti, diciamo con un eufemismo non idilliaci, che intercorrono con il presidente De Laurentiis».
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