Giornalista russa si dà fuoco davanti al comando di polizia
Giornalista russa si dà fuoco e muore davanti al comando di polizia. Si chiamava Irina Slavina la cronista che si è tolta la vita dandosi fuoco davanti al comando di polizia della sua città, Nizhny Novgorod. Il gesto potrebbe essere la tragica conseguenza di una lunga diatriba per la sua attività da giornalista non allineata al governo Putin.
Irina Slavina, infatti, prima di suicidarsi ha puntato il dito contro lo Stato. Secondo Aleksey Navalny, primo oppositore di Putin, in convalescenza a Berlino dopo un sospetto avvelenamento, contro la cronista “Hanno fabbricato un caso penale con un’accusa politica. Ieri le hanno perquisito la casa, segando le porte e sequestrando i computer. L’hanno assolutamente portata al suicidio”.
La reporter aveva infatti denunciato che la polizia aveva fatto irruzione nel suo appartamento portando via computer, cellulari e altre apparecchiature, compresi il portatile di sua figlia e il telefonino di suo marito. Il Comitato Investigativo russo si è subito affrettato ad assicurare che Irina non si è tolta la vita per le perquisizioni.
“Non era né sospettata né indagata, ma solo una testimone” di un’inchiesta, dichiarano le autorità. Ma un post pubblicato dalla giornalista poco prima di uccidersi pare smentire decisamente le rapide conclusioni ufficiali: “Per la mia morte incolpate per favore la Federazione Russa”, aveva infatti scritto Slavina su Facebook. Di seguito il video del terribile gesto pubblicato su Twitter.
IMMAGINI SCONSIGLIATE A UN PUBBLICO SUSCETTIBILE.
Irina Slavina, rédactrice en chef d’un journal local de Nijni-Novgorod, a mis fin à ses jours vendredi en accusant le pouvoir russe. La veille, des policiers avaient fouillé son appartement. ➡️ https://t.co/4Dfyn1oRjA pic.twitter.com/wh0Mto0Amy
— Atlantide (@Atlantide4world) October 2, 2020
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