Home » Omicidi Lecce, il racconto del killer: “Li ho uccisi e poi ho dormito tutta la notte. Rabbia per la relazione”
Cronaca

Omicidi Lecce, il racconto del killer: “Li ho uccisi e poi ho dormito tutta la notte. Rabbia per la relazione”

Omicidi Lecce, il racconto del killer è davvero shock

Omicidi Lecce, il racconto del killer: “Li ho uccisi e poi ho dormito tutta la notte. Rabbia per la relazione”. Antonio De Marco, killer di Daniele De Santis ed Eleonora Manta, uccisi la sera dello scorso 21 settembre, ha parlato con i giudici ripercorrendo le tappe di quella tragica sera, non lesinando dettagli davvero inquietanti su quella che in alcuni bigliettini ritrovati definisce una «caccia al tesoro».

L’universitario di Scienze infermieristiche ha ricostruito il suo piano scandito al minuto e scritto su uno dei cinque bigliettini persi dopo il massacro, nonché delle fasi preparative. La coppia doveva essere legata, prima di essere torturata per un quarto d’ora e quindi uccisa. Un piano subito fallito perché Daniele ha provato a reagire, riuscendo anche a sfilargli la calza di nylon che indossava per non farsi riconoscere.

Lecce, il racconto del killer

«Sono colpevole, ammetto di averli uccisi. Qualcosa mi ha dato fastidio, ho provato e accumulato tanta rabbia, che poi è esplosa. Mai trattato male: la mia rabbia, forse, era dovuta all’invidia che provavo per la loro relazione».

«Non avendo molti amici e trascorrendo molto tempo in casa da solo, mi sono sentito molto triste. Sono andato a trovare Daniele ed Eleonora convinto di trovare entrambi. Sono entrato in casa con le chiavi. Erano seduti in cucina. Ho incontrato Daniele nel corridoio, si è spaventato perché avevo il passamontagna. Dopo aver avuto una colluttazione con lui, li ho uccisi».

«Quando ho colpito lui, ha cercato di aprire la porta per scappare. Ho ucciso prima lei e poi ho colpito nuovamente Daniele. Dopo avere lottato con loro, sono andato via senza scappare perché non avevo fiato. Il passamontagna mi è stato sfilato da Daniele, mi aveva riconosciuto. Ho sentito gridare “Andrea”, ma non hanno mai pronunciato il mio nome. Poi sono tornato a casa mia, in via Fleming, e ho dormito fino alla mattina successiva».

Seguici anche su Facebook. Clicca qui per diventare fan della nostra Pagina ufficiale

Leggi anche:
Monza, sesso con una studente minorenne, prof si difende: “Sono innamorato”. A processo

Global Teacher Prize, un prof di Benevento tra i 10 migliori al mondo: prima volta per un italiano

Loading...
Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com