Ligabue ha rischiato la morte 3 volte, il racconto a ‘7’ de ‘Il Corriere della Sera’
Ligabue: “Ho rischiato la morte 3 volte. Stavo per mollare, mi ha fermato una paura…”. Il cantautore si racconta in una lunga intervista rilasciata ai microfoni di ‘7’ de ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Come mai all’apice della sua carriera aveva pensato di ritirarsi? Mancava La forza della banda?
«No, il problema non era quello. È che non mi sentivo capace di maneggiare le conseguenze che arrivavano da un certo tipo di successo. Poi avvertivo che era cambiata la percezione che gli altri avevano di me: da un momento all’altro chi mi avvicinava non parlava più con me ma con l’idea che si era fatto di me. E inoltre non ero pronto ai paparazzi; al pensiero che chiunque poteva dire qualcosa su di me; a fare battaglie legali per cercare di proteggere la mia ex moglie che non voleva apparire sui giornali. Fortunatamente alla fine si è fatta strada la paura che stare senza concerti mi avrebbe fatto davvero troppo male e così sono andato avanti».
Ligabue: “Ho rischiato la morte 3 volte”
Vivo morto o X, d’accordo. Ma anche salvato, da sua madre. Che per ben due volte le ha di fatto ridato la vita.
«In realtà è capitato per tre volte. La prima: la levatrice, che si era presa la responsabilità di voler fare il parto in casa, si accorse che il cordone ombelicale mi si era attorcigliato intorno alla fronte e mi impediva di uscire. Finalmente con un dito mi liberò e così mia madre, quando sembrava già tardi, con le ultime spinte mi mise al mondo. La seconda: a un anno e mezzo avevo la pertosse ed era così cattiva che, con i colpi che davo, mi era venuta l’appendicite. Ma nessuno se n’era accorto. Io continuavo a piangere e mia madre mi portò in farmacia per trovare qualche rimedio. Lì incrociò un medico che mi fece una visita sommaria, sufficiente per portarmi in ospedale d’urgenza perché era già diventata peritonite. Infine l’ultima: banale operazione alle tonsille, ma mia madre decise di passare la notte con me contro il volere dei sanitari. Ad un certo punto lei cominciò a dire: “Guardate che non sta bene…”. Ma gli infermieri le ripetevano che non era nulla, di stare tranquilla, che il giorno dopo sarei stato come nuovo. Non la convinsero e andò a chiamare un medico per fargli vedere le mie unghie che stavano iniziando a ingrigirsi. Il dottore mi dette uno scossone e io iniziai a vomitare sangue: c’era un’emorragia in corso. Di nuovo di corsa in sala operatoria per un secondo intervento e io rimasi, credo sia un record assoluto per un’operazione alle tonsille, 17 giorni in ospedale. E questa è la Rina, mia madre».
Ligabue: “Ho rischiato la morte 3 volte”
In tutti questi anni, qual è la cosa più preziosa che ha messo via?
«Niente, porto tutto con me. Tengo ogni cosa bene in caldo perché credo di essere consapevole della fortuna che ho avuto e che ho. In questi trent’anni ho fatto e realizzato tanto. E ho potuto godere di un affetto così grande che per me, ancora oggi, è meravigliosamente inconcepibile».
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«Quella canzone era molto ironica, nata pensando al fatto che in quel momento, con Berlusconi che era stato eletto per la prima volta, si sosteneva che la televisione non avesse contato, io invece ero convinto del contrario. Tornando all’attualità, è vero che questo è un momento in cui regnano spavento e preoccupazione, ma io continuo a vederci un’occasione che rischiamo di perdere. Abbiamo l’opportunità di una riconsiderazione profonda. Non so cosa possa capitare di più clamoroso di questa pandemia per metterci nella condizione di ripensare un po’ alle priorità, al tempo che decidiamo di vivere e a come vogliamo viverlo».
Ligabue: “Ho rischiato la morte 3 volte: così mi hanno salvato”
Di fronte a quale ingiustizia ha perso le parole?
«Per restare sull’emergenza sanitaria, l’evidenza della forbice tra chi ha davvero troppo e chi non ha niente. E quando andremo a fare i conti con quello che ha portato via questo virus, credo che ci saranno turbolenze importanti».
[…] Chi è La ragazza dei tuoi sogni?
«Non esiste, altrimenti non sarebbe quella dei sogni. Per fortuna invece esistono quelle reali, le cui qualità ogni tanto combaciano con i nostri sogni. Quelle vere poi ti permettono anche di poter dire: beh, finché non trovo quella dei miei sogni continuo a cercare in giro».
Per lei L’amore conta ancora?
«Certo che sì. Però, più che nella passione per una persona, io credo in quella condizione speciale che ti fa vedere le cose, il mondo, con una luce diversa, un’apertura diversa. E che ti fa vivere in un modo migliore».
La sua non è certo Una vita da mediano: scelga un altro ruolo.
«Azzardo, fantasista. Perché quando è in campo non pensa razionalmente al calcio che deve esprimere ma lo gioca e basta. Cercando, se possibile, di strappare un ooh! al pubblico».
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