Dacia Maraini su Pasolini e non solo, l’intervista a Vanity Fair
Dacia Maraini: “Pasolini spericolato, tornava con la Polizia. Io messa da parte come donna”. La scrittrice racconta alcuni aneddoti dei numerosi viaggi fatti insieme al regista in una intervista rilasciata ai microfoni della rivista Vanity Fair. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Maraini, che cosa pensò la prima volta che Pasolini le chiese di accompagnarlo?
«Eravamo molto amici, ci vedevamo a Roma quasi tutti i giorni, quindi non mi è sembrato strano che proponesse di fare un viaggio insieme».
Come era viaggiare con lui?
«Si è subito dimostrato un ottimo compagno di viaggio. Non si lamentava mai delle scomodità, delle attese, degli incidenti, e ne abbiamo avuti tanti. Noi evitavamo gli itinerari turistici e quindi capitava che dovessimo dormire in tenda, oppure in luoghi inaspettati come una missione o una caserma. Non protestava per il cibo diverso, per le difficoltà quotidiane. E in questo andavamo molto d’accordo. Anche io ero abituata ai viaggi difficili e alle continue sorprese di un andare per vie non previste».
Non le faceva uno strano effetto essere spesso l’unica donna della compagnia?
«No, era una cosa normale perché Pier Paolo non faceva distinzioni e non era misogino neanche un po’».
Dacia Maraini: “Pasolini un ottimo compagno di viaggi”
Qual era lo spirito di quei viaggi?
«Aveva qualcosa di antropologico e di cinematografico. Ci interessavamo ai popoli che incontravamo, cercavamo di capirli, ma nello stesso tempo Pier Paolo guardava il tutto con occhio da regista ed era affascinato dalle luci africane e dai corpi magri e poetici di un popolo che cammina sempre e ha un sottile senso dell’umorismo».
Un aneddoto africano.
«Ci sarebbero da raccontare tanti particolari, alcuni buffi e altri dolorosi. Come quella volta che, disperati per la mancanza di cibo fresco, dopo tre giorni che ci nutrivamo di scatolette, abbiamo deciso di comprare delle uova di gallina che ci offriva un ragazzo molto convincente. Le abbiamo pagate molto, ma ne valeva la pena. Però quando le abbiamo aperte la sera per fare una bella frittata ci siamo accorti che erano piene di sabbia. I tuorli erano stati succhiati con un ago. Una fregatura che ci ha fatto ridere ma anche arrabbiare. Il ragazzino naturalmente era sparito, non l’abbiamo più ritrovato».
Come era la vostra quotidianità di viaggiatori? Chi era il più avventuroso?
«Il più spericolato era senz’altro Pier Paolo che non aveva paura di nulla e spesso ce lo portava in albergo la polizia perché si era avventurato in luoghi considerati pericolosi per gli stranieri. Ma lui se la rideva. Quando trovava dei ragazzini che giocavano a calcio, si metteva a giocare con loro […]».
Dacia Maraini: “Pasolini era spericolato in viaggio”
[…] Viaggiavate solo per lavoro o andavate anche in vacanza?
«Alcuni viaggi sono stati di lavoro e con noi venivano i tecnici. Altri di piacere, e di conoscenza, come ho detto. Ma non erano mai veramente vacanze. Pier Paolo prendeva appunti per i suoi film, Alberto faceva in modo di incontrarsi con scrittori del luogo, io interrogavo le donne, mi mettevo in mezzo a loro mentre lavavano i panni o portavano a spasso le pecore, o tagliavano la legna. Le donne in genere in Africa fanno i lavori pesanti».
Lei è stata una delle poche donne italiane il cui lavoro letterario è stato giustamente apprezzato e riconosciuto. Questo come la fa sentire? Pensa che oggi il clima stia cambiando?
«Ma guardi che il riconoscimento mi è arrivato tardi e ancora oggi, quando c’è di mezzo l’autorevolezza, vengo messa da parte come donna. Comunque certo qualcosa sta cambiando e molto è dovuto a quella grande rivoluzione pacifica che è stato il femminismo, che ha permesso il cambiamento di leggi di famiglia discriminatorie che risalivano alle leggi romane. Sia i Romani che i Greci, grandi popoli creativi e innovativi, sono stati purtroppo misogini e discriminatori. Hanno teorizzato con insistenza l’inferiorità femminile, tanto che perfino la Chiesa ha assorbito quelle teorie. Solo Cristo aveva capito la profonda ingiustizia del rapporto fra ricchi e poveri e fra uomini e donne. Non a caso l’hanno crocifisso».
Molte donne la considerano una guida. Ha una raccomandazione per loro?
«Mi fa piacere, anche se non ci penso mai, a meno che non me lo facciano notare. Se posso dare un suggerimento, chiederei per favore solidarietà, e ancora solidarietà. Le donne da sole non possono cambiare niente. Hanno bisogno di essere unite e solidali».
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