Il segreto della ‘Gioconda’: la scoperta
Il segreto della ‘Gioconda’: telecamera high-tech scopre dettaglio nascosto che cambia la storia. Monna Lisa continua a far parlare di sé riservando continue sorprese dopo secoli. L’ultima novità emerge dall’analisi multispettrale effettuata dallo scienziato Pascal Cotte che ha scoperto una serie di dettagli sorprendenti che potrebbero far saltare una serie di teorie sul dipinto.
Una delle opere più famose di Leonardo da Vinci, è stata passata al setaccio con il Layer Amplification Method (LAM). Si tratta di immagini scattate da una fotocamera multispettrale in grado di rilevare la luce riflessa su 13 lunghezze d’onda. Grazie a questa tecnologia è emerso che il pittore rinascimentale ha usato una tecnica chiamata spolvero che gli avrebbe consentito di trasferire uno schizzo sulla sua tela di legno usando polvere di carbone.
Già da alcune opere di Leonardi Da Vinci si è scoperto in passato che non fossero interamente realizzate a mano libera. E ora, grazie ai segni evidenziati da questa nuova tecnica, si scopre che anche l’opera esposta al Louvre non è stata interamente realizzata a mano libera. Sotto la Gioconda, infatti, sono stati trovati segni di spolvero lungo l’attaccatura dei capelli e la mano. Mentre sulla destra della testa si nota quella che sembrava essere la parte superiore di una forcina.
Lo scienziato Pascal Cotte ne ha parlato ai microfoni del tabloid britannico ‘The Express”. «Questa forcina sospesa in cielo appena a destra della testa della Monna Lisa non può appartenere al ritratto perché nella città di Firenze non era di moda all’epoca». Secondo Cotte, questo tipo di forcina era più tipicamente utilizzato in un dipinto della Vergine Maria. Oppure per una “donna irreale come una dea”, come allegoria della giustizia o della bontà.
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