Coronavirus, il dramma di Roby Facchinetti un una intervista a sorrisi.com
Il dramma di Roby Facchinetti: “Il irus mi ha portato via 7 cari. Mio cugino morto dopo Atalanta-Valencia”. Il cantante dei Pooh parla del dramma coronavirus che ha falcidiato la sua famiglia portandogli via 7 parenti. Di seguito alcuni passaggi dell’intervista rilasciata a sorrisi.com
Lo storico musicista dei Pooh pubblica un nuovo album e un libro pieno di aneddoti.
«Nel ‘90 il risultato si sapeva un’ora prima della proclamazione. Noi eravamo in hotel e abbiamo sfondato un letto saltandoci su!».
Roby, da dove preferisce cominciare, dal libro o dalla musica?
«Dalla musica. Sentivo l’esigenza di un progetto musicale e questo è un “progettone”».
Come nasce quest’esigenza?
«Con la composizione a marzo del brano “Rinascerò, rinascerai”. Era un momento molto doloroso per la mia città, Bergamo. Non volevo comporre, ero al pianoforte a suonare e inconsapevolmente è arrivata questa melodia. Chiamai Stefano (D’Orazio, ndr), in poche ore ha scritto una poesia straordinaria».
Che racconta la tragedia del Covid.
«A me sono morti due cugini e altri cinque parenti di Covid: uno a febbraio era andato alla partita Atalanta-Valencia, dopo dieci giorni non c’era più. Gli amici che ce l’hanno fatta, quando li incontri, li guardi in faccia e non hanno più la stessa espressione, sono altre persone».
[…] Anche nel libro “Katy per sempre” parla di Valerio. Ma com’è che lei è diventato scrittore a 76 anni?
«Da molto tempo mi chiedevano un libro autobiografico, ma a me non piace neanche la parola “autobiografia”. Avevo il desiderio più profondo di un libro che parlasse del potere della musica, ma non riuscivo a trovare l’aggancio».
[…] il romanzo è dedicato a sua moglie Giovanna che l’ha “sopportata” come musicista. E come scrittore?
«Come scrittore è sicuramente più facile, perlomeno sto a casa, consegno tutto, poi ci pensa l’editore».
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