Morgan dice addio Italia, lungo sfogo in una intervista a ‘Libero quotidiano’
Morgan: “Addio Italia, me ne vado per sempre. In Usa sarei candidato a Presidente…”. Lungo sfogo del cantautore che punta il dito contro alcuni atteggiamenti nostrani in una intervista rilasciata ai microfoni di ‘Libero quotidiano’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
[…] E per quanto riguarda invece il cinema e la musica?
«Il cinema degli anni 50/60 e la musica degli anni ’60 tra Genova e Napoli hanno permesso di far uscire dal torpore culturale il nostro Paese (eccezione fatta per Giuseppe Verdi che è stato il più grande compositore del mondo ai suoi tempi). Sono però episodi sporadici che nulla hanno a che vedere con il Rinascimento dove basterebbe citare Dante, Leonardo, Caravaggio, Petrarca, Tasso, Ariosto, Michelangelo, Piero della Francesca, Vivaldi, Giotto, Galileo e tanti altri ancora».
Quella era l’Italia che comandava!
«Il discorso è che l’arte è il senso del mondo».
In che senso, Marco?
«Non ci si pensa mai che la storia è fatta da due cose, edificazione e distruzione, ovvero arte e guerra, non pace e guerra: arte e guerra, perché è l’arte ciò che fa l’uomo quando è in pace con se stesso, quando ama, quando è libero. E l’arte è il racconto di questa libertà.
Poi c’è anche la guerra perché è ovvio che quando l’artista è costretto e non ha altra possibilità allora cerca anche nella guerra di fare quello che può stando anche attento a non venire ucciso, pensi che Ungaretti fosse contento di combattere? Direi di no, ha scritto in trincea perché lì era, e ha scritto cose di una profondità inaudita come: «Universo: col mare mi sono fatto una bara di freschezza».
Ma quanta libertà c’è qui dentro? C’è la morte ma c’è l’infinito e un’eternità paradisiaca, la freschezza. Comunque il discorso è che noi stiamo sempre di più in un torpore che ormai mi sta deprimendo. Siamo diventati soldatini obbedienti interessati solo ai soldi quando non capiamo che è proprio nell’arte che c’è la vera ricchezza».
Morgan: “Addio Italia, qui leggi applicate senza ragionare su conseguenze”
E secondo lei il lockdown ha peggiorato le cose?
«Assolutamente sì. Nella quarantena, che è stato il grande magna magna dei signori dei social e dei network, gli artisti sono stati messi in ginocchio, e solo il Papa una volta nella Messa ha detto due parole sugli artisti, per il resto calma piatta».
Lei aveva parlato della sua casa, da cui è stato sfrattato. Era un’opera d’arte. Che cosa poi è accaduto?
«Ma lo sa che la vicenda della distruzione per mano dello Stato della mia casa, che più che una casa era una centrale nucleare di produzione artistica, all’estero fa inorridire e neanche ci credono che sia potuto succedere una cosa simile.
Sa perché? Perché all’estero hanno anche loro i magistrati, mica vivono nell’anarchia i tedeschi o gli inglesi, anzi, solo che non si permetterebbero mai di mettere le grinfie sulla sacralità di un luogo di arte. Questa è civiltà! Quel tribunale che così con leggerezza ha detto applico solo le leggi ha fatto un’azione incivile».
Cosa pensa di fare?
«Di andarmene fuori dalle scatole per sempre. In Italia l’arte non è compresa a nessun livello; qui o ti adegui al torpore o devi scappare. Guarda per esempio cosa è accaduto a Sanremo…».
Morgan: “Addio Italia, qui non c’è posto per l’arte”
Anche a Sanremo c’è stato un gesto artistico?
«A Sanremo non hanno capito nulla del mio gesto. Sì: nulla. Si sono solo scandalizzati, e questo è buono perché è giusto che un gesto poetico stupisca ma non sanno il perché.Qualcuno si è domandato perché sessanta milioni di persone sanno a memoria i miei otto versi o no? Con un’azione di quella potenza che abbraccia tutte le età, tutte le fasce culturali e tutte le fasce economiche e le prende tutte in quaranta secondi di performance all’una di notte, in America io sarei già candidato alle presidenziali».
E secondo lei perché la gente si è scandalizzata?
«Perché quel gesto contiene verità, e credimi non si è più abituati a questa. La verità fa tremare i vetri, ed è rivoluzionaria. Per tornare al mainstream dei social, il nuovo modello è quello di imparare a fingere. La verità alla fine ci tocca nel profondo e ci commuove».
Molti hanno accusato di aver fatto il gesto di Sanremo per fini commerciali. È vero?
«Non ci ho guadagnato un centesimo, dico un quattrino, da quella cosa».
Su un sito in cui si firmano petizioni qualcuno ha avviato una raccolta firme per chiedere, alla dirigenza Rai, di darti un programma musicale. Che ne pensi?
«Sarebbe un gesto anche questo rivoluzionario se la Rai accettasse di dare un programma accogliendo una petizione popolare. Siamo gia a oltre duemila firme ed è stata una cosa che mi ha fatto piacere. Chissà se potrà accadere di dare voce alla libertà».
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