Libia, ricatto all’Italia da parte di Haftar che chiede la ‘restituzione’ di quattro connazionali in cambio del rilascio di 18 pescatori siciliani
Libia, ricatto all’Italia: “Pescatori siciliani liberi in cambio dei nostri 4 calciatori”. Due natanti e 18 pescatori siciliani da dieci giorni sono bloccati a Bengasi dalle autorità del luogo perché avrebbero violato le acque libiche. Ma dagli ambienti considerati vicini al generale della Cirenaica Khalifa Haftar, secondo quanto riferisce l’edizione online de ‘Il Corriere della Sera’, non arrivano buone notizie per la liberazione dei nostri connazionali.
Questo perché non sono in mano al governo libico riconosciuto dall’Onu ma, appunto, al famigerato ex comandante dell’esercito di Gheddafi. Quindi c’è il rischio che la vicenda si trasformi in una proposta indecente, «comunque irricevibile» all’Italia. Si tratta di una trattativa che trasformerebbe in ostaggi i pescatori accusati di avere violato le acque libiche.
Uno scambio che vedrebbe quattro libici arrestati a Catania nel 2015, processati in Corte di Assise e in Cassazione, condannati a 30 anni come trafficanti di migranti e assassini. Considerati però da amici, familiari e miliziani libici solo dei presunti «giovani calciatori».
Secondo la bizzarra tesi non si tratterebbe di trafficanti, ma di attaccanti e terzini che avrebbero voluto raggiungere la Germania per essere arruolati come professionisti nelle grandi squadre: «Calciatori in cerca di fortuna, migranti come quelli che viaggiavano con loro, non scafisti». Così, un nugolo di parenti dei presunti calciatori si sono schierati al porto di Bengasi con cartelli rivolti ad Haftar.
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