Paolo Genovese sull’amore eterno e non solo, l’intervista a Vanity Fair
Paolo Genovese: “Amore eterno non esiste nemmeno nei film, c’è un segreto per resistere nella coppia”. Il regista romano racconta il suo concetto di amore e di coppia in una intervista rilasciata ai microfoni di Vanity Fair. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
«Quando racconto una storia mi interessa emozionare ed emozionarmi. In Perfetti sconosciuti brillava una visione cinica, catastrofica e distruttiva della coppia. Non a caso in tanti, dopo averlo visto, hanno deciso di lasciarsi. Con il prossimo lavoro paradossalmente mi auguro che quelle persone si rimettano insieme perché andrò alle radici del coraggio che serve a una coppia per durare».
Qual è il nemico più insidioso?
«Il tempo. Quando pensiamo agli elementi che concorrono a distruggere una coppia il pensiero vola subito al tradimento o all’abitudine che fa scomparire l’attrazione. In realtà questi elementi derivano da una sola variabile: il tempo. Sembra etereo e impalpabile, ma in realtà lavora giorno dopo giorno per ridisegnare i confini, far calare il desiderio, abbattere l’interesse reciproco».
Paolo Genovese: “Amore eterno non esiste nemmeno nei film”
Qual è l’antidoto all’indifferenza?
«È un tema su cui è stato scritto tanto dando risposte che a me sembrano sempre un po’ astratte, troppo vaghe, troppo generiche. Sicuramente inconcludenti. C’è chi dice che bisognerebbe essere meno egoisti e chi architetta piani per aggirare la noia. Ho tanti amici che si lamentano: “Non riusciamo più a ritrovare il fuoco che avevamo all’inizio della nostra storia”. Ma pensare di essere stravolti in eterno dalla chimica iniziale è una visione che non trova spazio neanche nel più romantico dei film. Bisogna essere realisti e avere voglia di costruire qualcosa insieme. Credo che l’unico segreto per resistere nella coppia sia accettare consapevolmente che la fiammata degli inizi non può durare in eterno».
E basta?
«Una seconda cosa. La stima. Stimare l’altra persona e apprezzarla nel profondo. La stima è l’afrodisiaco più potente che ci sia».
[…] Reprimendo la gelosia o il senso del possesso che – cantava Battiato – «Fu prealessandrino»?
«Ma provare attrazione per gli altri è inevitabile, è biologia, natura, normalità. Chi dice che non è attratto da nessuno al di là del suo compagno mente. E mentire significa reprimersi. Intorno a noi ci sono persone che ci attraggono? È normale e sano. Diverso è dare seguito a questa tentazione. La natura dell’uomo non è monogama e questo come è ovvio qualche problema alla coppia lo crea. Rispetto al passato dare seguito a un sorriso con un click è molto semplice. Stare al di là di un preciso confine è un tema che ogni coppia affronta ogni giorno e per stare in due, è chiaro, a qualcosa devi saper rinunciare. Ma negare che la tentazione esista non la fa sparire di colpo».
Quante coppie infelici conosci intorno a te?
«Ci sono diversi tipi di infelicità: la più triste di tutte è quella in cui la coppia resta insieme perché costretta da motivi economici. Non potersi separare perché non ci si può permettere una separazione è terribile, scegliere di restare insieme perché se ti lasciassi abbasseresti notevolmente il tuo tenore di vita, forse, è ancora peggio».
Paolo Genovese: “Amore eterno? Nemmeno nei film”
La coppia non è un meccanismo perfetto.
«E come potrebbe esserlo? Perché dovrebbe esserlo? Basta accettarlo. Le persone che decidono di stare insieme dovrebbero accettare che spesso ci sono problemi che sono semplicemente irrisolvibili. Le coppie più longeve che conosco sono quelle che hanno capito che su alcuni temi non andranno mai d’accordo. Appianare a ogni costo snatura l’altro e lo forza a stare compresso in uno spazio in cui non vuole o non può stare. La coppia perfetta non esiste e solo chi lo accetta, credo, può sperare di durare a lungo».
La sua dura da moltissimi anni. E ha resistito anche al suo non facile 2020.
«Avere accanto una persona che ti capisce è un modo meraviglioso per condividere con qualcuno ciò che ti capita: nel brutto e nel bello. Condividere è uno degli aspetti che si può chiamare amore. Quando piangi, quando ridi o quando, come è accaduto a noi di fronte a un dramma, per rispetto e dolore scegli di stare in silenzio per moltissimo tempo. Ma questo è un aspetto privato che non penso sia giusto condividere pubblicamente».
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