Il direttore di malattie infettive dell’ospedale Luigi Sacco di Milano, Massimo Galli sulla situazione contagi a ‘Il Messaggero’
Massimo Galli: “Situazione contagi preoccupante per 3 motivi. C’è solo una soluzione in questo momento”. Il direttore di malattie infettive dell’ospedale Luigi Sacco di Milano parla della situazione contagi che non accenna a fermarsi in una intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Messaggero’
«Aprire le discoteche non è stata certo un’idea né opportuna, né brillante, e sarebbe stato opportuno che chi di dovere lo avesse stabilito con chiarezza, senza consentire deroghe» […] «Giusto però prevedere un sostegno economico per le attività colpite».
Quale ruolo ritiene abbiano i giovani nella diffusione del virus?
«L’età media delle nuove infezioni si è abbassata perché i giovani sono più esposti, e non solo per la frequentazione di discoteche e movide, ma anche perché si muovono per lavoro più degli anziani, che hanno invece imparato a proteggersi e sono di regola assai più prudenti. Il vero pericolo è che l’infezione possa a tornare a diffondersi coinvolgendo anche le persone più anziane e a maggior rischio di sviluppare una malattia grave».
Una leggerezza, quella delle discoteche, che potrebbe essere costata cara?
«Ormai, mi pare, la decisione di tenerle chiuse è chiara. Avrei trovato bizzarro che si fossero giustamente investite ingenti risorse per controllare le persone che tornano dall’estero tenendo invece aperte le discoteche, o comunque attività che prevedano assembramento di numerose persone, specie se in luoghi chiusi per diverse ore».
Galli: “Situazione contagi preoccupante”
I numeri dei contagi non sono tranquillizzanti.
«Speravo molto che in questo periodo i numeri sarebbero stati più confortanti. Quindi sì, sono piuttosto preoccupato: abbiamo focolai diffusi, persone che tornano dall’estero con l’infezione, e la necessità di mantenere una grande attenzione».
Cosa bisogna fare?
«Serve la capacità di identificare precocemente i nuovi focolai. Rimarremo fuori dai guai se non permetteremo al virus di circolare per un certo numero di giorni senza controllo, perché allora ci troveremmo di nuovo a dover decidere se chiudere un pezzo di Paese, come hanno rischiato di dover fare Francia e Spagna».
Sulla salute però spesso prevalgono scelte economiche.
«In tutte le grandi epidemie del passato le scelte dei governanti sono state condizionate da pressioni e considerazioni di contenuto economico. Ma i costi successivi, umani ed economici, se non fai le cose come vanno fatte, sono sempre stati assai più pesanti».
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