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Spettacolo

Laetitia Eido: “Fauda? Ho fatto cambiare il mio personaggio. Ritorsioni? Non si può piacere a tutti”

Laetitia Eido su Fauda e non solo, l’intervista a ‘Il Giornale’

Laetitia Eido: “Fauda? Ho fatto cambiare il mio personaggio. Ritorsioni? Non si può piacere a tutti”. L’attrice francese rivela alcuni retroscena sui suoi personaggi in una intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Giornale’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Lei è nata vicino a Lione, suo padre è francese, sua madre libanese. In lei convivono 3 religioni: cristiana, musulmana, ebraica (da parte dei nonni). Come si cresce con queste eredità?
«Con grande libertà. I miei genitori non mi hanno imposto nulla. Anzi mi hanno insegnato a scegliere il meglio delle tre fedi e costruirmi una mia spiritualità. Io medito molto, ma non mi riconosco in nessun credo. La mia comunità è il mondo».

In Fauda lei interpreta la dottoressa Shirin El Abed, che, come lei, è metà francese e metà araba
«Sono stata io a volere così. Anzi, per accettare la parte, ho chiesto di cambiare il mio personaggio: nella sceneggiatura iniziale ero solo palestinese, ho preteso di essere metà palestinese e metà francese, in modo che non fosse un solo popolo a identificarsi in me. Questo perché volevo essere il simbolo del legame tra le due parti in conflitto. E perché volevo portare un messaggio di speranza, di dialogo, in un mondo che, purtroppo, non trova pace».

Ma l’intento della serie non era proprio quello di mostrare il punto di vista di entrambi i popoli?
«Sì. Per me questa era la sfida. Era fondamentale che la serie fosse più bilanciata possibile. I personaggi sono rappresentati come esseri umani che fanno enormi errori, da tutte e due le parti. Non c’è bianco e nero, tutti falliscono. La serie inizia con una strage a un matrimonio da parte dell’esercito israeliano, poi c’è una vendetta e una contro vendetta che innesca una spirale terribile».

Ugualmente la serie ha ricevuto molto critiche. Lei ha temuto ritorsioni?
«Non si può piacere a tutti. Però molte persone mi hanno scritto che per la prima volta hanno provato empatia per entrambe le parti. E mi hanno raccontato, per esempio, di aver deciso di far imparare l’arabo ai figli per capire i loro vicini. Per me questa è una vittoria».

Laetitia Eido: “Fauda? Ho fatto cambiare il mio personaggio”

Il suo personaggio viene coinvolto in una tale spirale di violenza, sopraffazione e disperazione. Dov’è allora la speranza?
«Nelle intenzioni del personaggio. Nel suo volere portare la pace. Anche se alla fine si arrende. È importante che sia una donna forte, con una posizione sociale alta, una dottoressa. Tutta la serie insegna che se prendi parte alla guerra, da qualsiasi parte, incontri morte e distruzione.

La violenza si respira dalla prima all’ultima scena
«Io infatti non ho mai guardato la serie in televisione, altrimenti mi provoca incubi. Vedo solo le parti in cui recito io per capire se ho lavorato bene e migliorarmi. Mentre giravamo, la guerra continuava e la realtà si confondeva con le riprese, una situazione troppo dura per me».

Ha dovuto imparare l’arabo.
«Si, ma mi viene facile. Parlo otto lingue, per recitare uso la tecnica di imparare a memoria le frasi. Ora sto studiando l’italiano, mi sono esercitata anche qui al festival della Magna Grecia. Perché nella mia prossima pellicola interpreto la parte di una italiana, ma non posso dire nulla perché non ho ancora firmato il contratto».

[…] Movimento che ha scoperchiato vicende terribili come quelle di Weinstein o Epstein. Anche a lei è capitato di subire molestie?
«Non solo gli uomini, anche le donne possono essere manipolatrici. Ho incontrato un insegnante che ha provato a farmi del male e ha rovinato la vita ad alcune mie amiche. Anche per questo motivo voglio interpretare ruoli di donne che si trovano in situazioni difficili».

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