Rosanna Lambertucci sui figli persi e non solo, l’intervista a ‘Il Corriere della Sera’
Rosanna Lambertucci: “Figli persi? Ho sofferto tanto ma oggi sono felice. La Rai mi ha deluso…”. La giornalista e conduttrice, dopo il suo sfogo in tv, racconta le sue vicissitudini in una intervista rilasciata a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Alla fine una figlia è arrivata.
«La mia Angelica, che mi ha reso nonna con la piccola Caterina. Ma quante pene prima di arrivare a lei. Ho perso cinque figli, figli mai nati. Pensi che ho avuto anche due gravidanze extrauterine consecutive. Senza contare un distacco della placenta, cosa che mi ha messo in pericolo di vita: ricordo la corsa in ospedale, manco sapevo che cosa stavo rischiando. Ero giovane, sa. Volevo un figlio».
Le hanno anche ricostruito una tuba. È stata in pericolo più di una volta.
«Andava male, mi curavano e io ci riprovavo. C’era una certa incoscienza, oggi lo capisco, ma all’epoca non ragionavo così. Certo, poi il fatto di essermi occupata di salute mi ha aperto gli occhi su tante cose. Sono cresciuta occupandomi di malati perché gli ospedali li ho conosciuti bene. E sa in che cosa mi distinguevo?»
In che cosa?
«Nell’empatia. Capivo bene i più deboli. Cosa che tutti i medici con cui ho lavorato hanno sempre apprezzato. Ho conosciuto Christiaan Barnard, Umberto Veronesi mi ha fatto dediche bellissime nei suoi libri, con Rita Levi Montalcini parlavamo di Alzheimer quando nessuno ancora ne discuteva. Luciano Rispoli mi affidò subito un programma sulla salute del bambino. Nessuno ci avrebbe scommesso una lira, e invece andò molto bene. Il pubblico mi adorava: mi riteneva chiara e affidabile, una che lasciava parlare gli specialisti senza intromettersi. Mi chiedo, allora: perché interrompere una cosa che funziona?»
Lei si riferisce alla trasmissione «Più sani più belli». Già, perché?
«Premessa: ho avuto tanto dalla vita. Un lavoro meraviglioso in un campo che amo (Mondadori, per dire, ha pubblicato il suoLa nuova dieta 4+1, 4+1, ndr), una famiglia che mi ha reso felice. Però dalla mia seconda famiglia, cioè dalla Rai, mi sarei aspettata più affetto e comprensione».
Quando, esattamente?
«Quando si ammalò mio marito Alberto Amodei. Era già il mio ex marito, ma ci legava un grandissimo affetto. Ricordo il giorno in cui, non sentendolo da un po’, andai a casa sua e lo trovai immobile nel letto. Con l’aiuto di un cameriere lo portammo in ospedale, il professor Giulio Maira lo operò al cervello ma dopo un paio di anni morì. Furono anni dolorosissimi. E, alla fine, avrei avuto bisogno di lavorare. Non solo e non tanto per i soldi: mi avrebbe aiutato psicologicamente».
Non le diedero incarichi?
«Manco un appuntamento. Ora io conosco bene l’azienda, so che ci sono dinamiche particolari, però io sono una che ancora oggi viene fermata per strada perché mi riconoscono, perché vorrebbero che si riprendesse la trasmissione. E non menziono nemmeno le sponsorizzazioni che ho portato in Rai».
Seguici anche su Facebook. Clicca qui per diventare fan della nostra pagina ufficiale
Leggi anche:
Lockdown al Sud: “Danno da 100 miliardi evitabile, ipotesi risarcimento reale soprattutto per un motivo”
Seconda ondata Coronavirus, il dossier segreto: 3 scenari e 5 soluzioni sull’ipotesi
Aggiungi Commento