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Carla Signoris: “Crozza? L’ho sposato soprattutto per un motivo. Odio un cliché, mando affan***o chi me lo dice”

Carla Signoris su Crozza, i cliché e non solo, l’intervista a Vanity Fair

Carla Signoris: “Crozza? L’ho sposato soprattutto per un motivo. Odio un cliché, mando affan***o chi me lo dice”. L’attrice si racconta tra ironia e serietà in una intervista rilasciata ai microfoni della rivista Vanity Fair. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] basta chiamarla attrice comica, lei è semplicemente − si fa per dire − un’attrice.
«Bella, mi piace. Vorrei valesse non soltanto per me, ma per tutte quelle che fanno questo mestiere. Il fatto è che noi donne siamo, da sempre, incasellate da qualche parte; abbiamo bisogno di essere riconosciute − ma anche di riconoscerci − attraverso un cliché che ci definisca. Forse è arrivato il momento di smetterla. Io credo che un attore o un’attrice, se sono veri attori… Ecco, questo sì che è da dimostrare: sono un’attrice, io? Bah! […] Comunque, io credo che catalogare un’attrice con un aggettivo sia sminuente. O, meglio, limitante».

Quale, tra i cliché che ancora oggi inquadrano le donne, la infastidisce di più?
«Ieri sera ero a cena con amici e, in una discussione tra maschi e femmine, a un certo punto ci hanno dato delle vetero femministe. Capisci che lì si interrompe qualsiasi confronto. Io e la mia amica ci siamo alzate quasi sbattendo i pugni sul tavolo: “Vetero femminista lo dici a tuo nonno!”».

Ma il problema è il vetero o il femminista?
«Io sono femminista, come no. Ma non sono radicale, non sono rigida. Sono dialogante. Almeno fino a quando non mi dai della vetero femminista, perché lì ti mando affanculo».

Il femminismo, oggi, è ancora necessario?
«Se le donne devono definirsi femministe, vuol dire che sì, ce n’è ancora bisogno».

Carla Signoris: “Crozza? Col nemico è sempre meglio andarci a letto…”

[…] Cercando sul web «Chi è Carla Signoris?» si trova: «Un’apprezzata comica e un’attrice di successo».
«Certo, come se le due cose fossero ben separate. Ma va bene, eh, di solito c’è scritto: “È la moglie di Maurizio Crozza”».

[…] Monica Vitti ha detto: «Il segreto della mia comicità? La ribellione di fronte all’angoscia, alla tristezza e alla malinconia della vita».
«La comicità è un’espressione di acume, un esercizio di intelligenza. Certo, è evidente che ci sono persone, come lei, più portate di altre per questo tipo di operazione. Ma perché definirli comici? Lei, poi, ha superato un gap strano: quello secondo il quale fino ad allora la bellezza non potesse far ridere».

Ho capito: non vuole essere solo comica per non mortificare la sua bellezza…
«Ma io non ho mai puntato sulla bellezza! Non avendola…».

Ma cosa dice?
«Senta qua: io penso di essere una bellissima donna. Proprio bellissima. Solo, non per gli stessi canoni di Charlize Theron».

Da anni ci stanno convincendo che la bellezza possa risiedere in chiunque. E comunque, quelle brutte sono altre.
«Dovrebbe vedermi la mattina».

Quella è una zona franca, anche per Charlize. Quando è comica…
«Ma io non sono per niente comica! Sono una grandissima palla al piede, mi creda».

Se lo dice da sola?
«L’unico che me lo dice è mio marito. Ma è per questo che l’ho sposato».

Scusi?
«Col nemico è sempre meglio andarci a letto».

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