La querelle Italia-Olanda si sblocca con due regali ai Paesi Frugali. E adesso il cosiddetto Recovery Fund è a un passo, vediamo i dettagli
Ue, querelle Italia-Olanda si sblocca con due regali ai Frugali: Recovery Fund a un passo. I dettagli. È durato 4 giorni ma sembra destinato a finire oggi il negoziato tra i membri Ue per decidere sui finanziamenti per la ripresa economica dopo la pandemia.
Alla fine il pacchetto di aiuti, il cosiddetto Recovery Fund, è rimasto del valore complessivo di 750 miliardi come proposto dalla Commissione europea. Pacchetto difeso da Germania e Francia, con il sostegno dell’Italia e degli altri Paesi del Sud, e nella notte del terzo giorno di negoziato da 22 Paesi su 27.
Per convincere i restanti cinque — Olanda, Austria, Danimarca, Svezia e Finlandia — è stato necessario sbilanciare il rapporto tra trasferimenti e prestiti a favore di questi ultimi, che lo chiedevano con intransigenza. I nordici hanno trasformato il Consiglio europeo straordinario convocato per decidere sul Recovery Fund e sul bilancio Ue 2021-2027, in una maratona negoziale di 4 giorni.
L’Italia torna a casa con circa 63,5 miliardi di sovvenzioni e 127,4 miliardi di prestiti per fare le riforme e per rilanciare l’economia del Paese secondo le priorità e le raccomandazioni dell’Ue. Crollato anche il muro olandese della governance, che aveva bloccato il negoziato mettendo uno contro l’altro Italia e Olanda.
Recovery Fund, querelle Italia-Olanda sbloccata
Il compromesso è una sorta di pareggio, visto che i piani di ripresa saranno approvati a maggioranza qualificata dall’Ecofin su proposta della Commissione, e non all’unanimità come voleva il premier olandese Mark Rutte. Infatti, un singolo Paese potrà chiedere l’intervento del Consiglio per bloccare l’esborso se lo riterrà opportuno. Ovvero se c’è un allontanamento nell’attuazione delle riforme dagli obiettivi prestabiliti (la valutazione sarà fatta dagli sherpa dell’Ecofin).
L’Olanda e gli altri membri del Nord non ne escono a mani vuote, anzi. Da tutta questa vicenda Rutte ottiene sostanzialmente due regali: restano i «rebates», ovvero gli sconti di cui godono i Paesi frugali sui contributi al bilancio dell’Ue. Inoltre, la resistenza ad oltranza, fino a sfidare l’egemonia franco-tedesca, regala al primo ministro olandese un’ondata di popolarità in vista delle prossime elezioni del 2021.
Insomma, se il compromesso verrà approvato, e a questo punto ci sembra la strada più probabile, Rutte uscirà dal negoziato con un risultato economico, che porta moltissime risorse ai nordici, spendibile sul piano politico.
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