Andrea Roncato e le donne, l’attore si racconta in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’
Andrea Roncato: “Donne? Ne ho avute più di 500. E sono stato spesso cornuto. Su Carol Alt…”. L’attore racconta alcuni dei suoi moltissimi flirt con dive, e non solo, in una intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Quante ne ha avute?
«Non mi piace sparare cifre».
Nel 1994, disse: 500.
«Sono di più o di meno, ma mai le ho avvicinate per il gusto di portarle a letto o esibirle. Anche se con una ci sono stato per un’ora, in quell’ora, era la più importante della mia vita. Tante mi venivano attribuite, ma io non ho mai fatto un nome. Di Moana Pozzi si sa perché fu lei a mettermi nel suo libro».
Le diede il suo secondo voto più alto: sette.
«Mi fa onore perché era donna di un’altra categoria: colta, intelligente. L’ho conosciuta sul set di Pompieri, nell’85, prima che si desse al porno».
Moana la definì «generoso, simpatico, molto maschio».
«Ci ha preso. Simpatico penso di sì, generoso è la mia unica dote: la maggior parte di quello che guadagno lo do per bambini e animali. Molto maschio dipende dalla donna».
Chi lasciò chi?
«Sicuramente io a lei: ero birichino. Ci mettevo niente a saltare da un palo a un altro».
Vado in ordine cronologico: Isabel Russinova.
«Era fidanzata, non me lo chieda».
Elena Sofia Ricci.
«Qui, Elena stessa lo dice e quindi posso confermare».
E come finì?
«Come sempre: venivo sempre mandato a quel paese perché mi beccavano. E sono stato spesso cornuto e non me ne vergogno».
La tradivano per vendicarsi?
«Chi lo sa. Io, però, le donne le rispetto. Sarei disposto a morire invece che dare una sberla a una donna. Invece, le sberle le ho prese e me le sono tenute. Me le meritavo».
La più pesante?
«Dalla prima fidanzatina. Sbattè la portiera della macchina così forte che ruppe i vetri».
Carol Alt?
«Eh sì… Era bella ed è ancora bellissima, siamo rimasti amici».
[…] Quando divorziò da Stefania Orlando, confessò d’aver rovinato tutto perché era assuefatto alla superficialità.
«Ho fatto la cavolata di lasciarmi andare per locali alla sera e di fare di uso di sostanze, però dirlo è stato un errore, perché era durato poco e succedeva oltre vent’anni fa. Credevo di dare un messaggio ai giovani e ancora vedo titoli tipo “Roncato nel tunnel della droga”».
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