Matilde Gioli sulla carriera e non solo, l’lintervista a Vanity Fair
Matilde Gioli: “La mia carriera iniziata con una botta di c**o. Politicamente corretto? Se nasci bella…”. L’attrice racconta la sua vita professionale in una intervista rilasciata ai microfoni della rivista Vanity Fair. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Com’è stato vivere la quarantena in solitudine?
«Il primo mese e mezzo è stato davvero tosto, ma utile: in genere non voglio mai stare sola e questa esperienza mi ha insegnato ad accettarlo. Se dovesse ricapitare in futuro, so bene cosa fare per viverla più serenamente. Stare chiusa in casa è una condizione strana ma, d’altronde, non ero in una cella di un metro quadrato senza poter fare niente. Per mia fortuna mi piace leggere, guardare film, cucinare. Ho sperimento una quotidianità rallentata, ma avevo comunque un bello spazio vitale da sfruttare».
Lei viene da una famiglia numerosa: andarsene via di casa, vista la sua paura a restare sola, è stato più un passaggio obbligato o una liberazione?
«Un po’ scalpitavo, però devo dire che oggi ci torno volentieri. Mi mancano le cene e mi piace andare in vacanza in montagna tutti insieme. La viviamo con tenerezza».
Il titolo del suo nuovo film è una frase che i genitori dicono spesso ai figli: «È per il tuo bene». A lei l’hanno detta?
«Sì e, infatti, questo film mi ha fatto riflettere su tutte quelle volte in cui, da piccola, mi inalberavo sentendo una frase del genere. Quando sei adolescente hai sempre la fretta di fare tutto e impari solo dopo l’importanza di dilatare le cose nel tempo per il tuo bene. Ora “è per il tuo bene” è una frase che dico io ai miei fratelli più piccoli, continua a farmi tenerezza immaginare questi genitori che si beccano gli insulti perché i figli, che non hanno nessuna esperienza, pensano solo che tu gli voglia rompere le palle. È tosto il ruolo delle mamme e dei papà. Col senno di poi ti dici “quanto gli ho fatti penare”».
Matilde Gioli: “Carriera? Iniziata grazie a Paolo Virzì”
Lei i suoi li ha fatti penare?
«Un po’ sì, al 50 e 50. Quando mia madre andava ai colloqui erano solo lamentele perché a scuola non stavo mai zitta. Dall’altra parte, però, non sono mai stata bocciata, ho sempre avuto delle medie molto dignitose e andavo bene in latino e greco. I miei, quindi, erano contenti e si disperavano nello stesso momento. Senza contare, poi, che sono sempre stata molto curiosa e ho sempre amato le cose spericolate. Ho voluto subito il motorino, adoravo gli sport estremi ed era una battaglia perenne sugli orari per tornare a casa la sera».
È una chiacchierona anche sul set?
«Si immagini una versione un po’ più matura di quella ragazza, ma sempre chiacchierona. Poi, per carità, ho un grande rispetto per le persone che lavorano con me, ma proprio non riesco a essere una di quelle che stanno zitte e concentrate tutto il tempo. Io sono un’attrice che fino a un secondo prima del ciak chiacchiera, guarda gli altri, non sta mai ferma. A volte sono un po’ rompina, mi rendo conto che in certe situazioni in cui bisogna stare zitti sia snervante avere vicino qualcuno che non ce la fa».
[…] Si ascrive in quel movimento del «politicamente corretto» che ci impone di dire certe cose per essere presentabili agli occhi degli altri.
«Sono un po’ polemica su questo tema: se ti capita la botta di culo di nascere figa, stai zitta. Esiste un modo sobrio di godere della bella fortuna che hai avuto, ma non dire che vuoi rinascere brutta. Senza contare che bisogna capire cosa intendesse per “brutta”: la bellezza e la bruttezza sono dei concetti molto soggettivi, molto fluidi».
Matilde Gioli: “La mia carriera iniziata con una botta di c**o e non mi vergogno”
La sua carriera nel cinema nasce proprio per una «botta di fortuna» grazie a Paolo Virzì e a Il capitale umano: le dà fastidio quando glielo continuano a ripetere nelle interviste?
«No perché è vero, ero al posto giusto al momento giusto. Io per prima sono ancora felice ed entusiasta che mi sia successa una cosa del genere, anche perché quello era un periodo in cui mi sono capitate un po’ di sfighe. Se dopo 7 anni, però, sto continuando a fare questo lavoro spero di aver dimostrato che non fosse solo una botta di fortuna. Devo crescere ancora tanto e migliorare su tante cose imparando dagli attori più grandi, ma se sei solo una botta di fortuna a un certo punto la pacchia finisce, non si può vivere di quello».
[…] Nel 2016 è stata la valletta di Fabio Fazio nella nuova versione del Rischiatutto: la tv l’ha mai corteggiata?
«Mi è stato offerto più di una volta di fare la presentatrice. Essendo una curiosona l’idea mi divertiva, ma mi sono fidata delle persone che mi seguivano e che mi dicevano che bisogna stare attenti a non fare troppa confusione quando fai un mestiere come quello dell’attore. A fare troppo, si rischia di fare male tutto. Il tempo è quello che è, e le energie sono quelle che sono, quindi non credo che fosse una strada percorribile, non lo vedo nel mio futuro. Se tutto andrà bene, continuerò a interpretare persone diverse sul set, ed è proprio una figata».
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