Antonella Elia su Corrado, Vianello, Mike Bongiorno e non solo, la showgirl si racconta tra un retroscena e l’altro in una intervista a ‘OFF’
Antonella Elia: “Corrado mi rise in faccia. Carriera? Ho avuto una fortuna. Su Raimondo e Mike…”. L’attrice e showgirl si racconta tra un retroscena e l’altro in una intervista rilasciata ai microfoni di ‘OFF’, l’inserto de ‘Il Giornale’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Corrado, Raimondo Vianello e Mike Bongiorno: tre pilastri dello spettacolo con cui ha avuto il privilegio di lavorare. Cosa le hanno insegnato?
«Sono stati i miei maestri, il mio punto di riferimento. Mi hanno amato, protetto, accudito, consigliato. Corrado è stato il mio pigmalione, devo l’inizio della mia carriera, forse tutta, a lui. Raimondo è stato una spinta nella crescita professionale molto importante perché mi ha insegnato ad essere una spalla e sappiamo quanto sia importante per un comico averne una. Ecco, con Vianello ho imparato l’uso dell’autoironia sfrenata mentre Mike è stato il mio insegnante di umorismo involontario».
Che funzione ha avuto “Non è la Rai” nella sua professione?
«Non saprei misurare l’aspetto dell’arricchimento lavorativo. Ovviamente il programma di Gianni Boncompagni ha segnato una tappa essenziale nel mio mestiere, una trasmissione che ha coinvolto un’intera generazione in quegli anni. Ogni epoca ci regala ciò che in quel momento poteva essere proposto. Quindi assolutamente sì, “Non è la Rai” è stato uno step».
Antonella Elia: “Corrado, Mike e Vianello, che insegnanti!”
Un episodio off e divertente degli inizi della sua carriera?
«Durante il primo musical sfortunatissimo, un rifacimento mediocre de “La Bella e la Bestia” sulle musiche originali di Walt Disney, alla première al Teatro Olimpico di Roma venne il mio amatissimo Corrado. E veniva a vedermi ogni volta che debuttavo (ride, ndr.). Dopo 20 minuti dall’inizio dello spettacolo è cascata la scenografia. Per l’esattezza la Bestia era sul palco, io mi trovavo in quinta e si è chiuso il sipario. Riassestata la scena, abbiamo ricominciato lo show da capo. La mia prima più traumatica in assoluto, fra tracheite e faringite, senza considerare che cantavo anche male. Finito lo spettacolo, ho aspettato gli ospiti in camerino, da quel che ricordo c’erano pure Pippo Baudo e Lorella Cuccarini. Arrivò Corrado, mi guardò e scoppiò a ridermi in faccia, trasformando l’orrore in una risata a crepapelle».
È una persona autocritica.
«Mettersi in discussione è il modo migliore per capire gli altri. Mi sento un po’ filosofa oggi. Bisogna essere in grado di trattenerci, di riflettere su come siamo e agiamo. Si chiama maturità mentale. Tutti si criticano, ma è necessario saperlo fare perché rappresenta un fattore che deve farci sentire bene con noi stessi. Dunque sì all’autocritica ma senza massacrarsi da soli».
[…] Un programma tutto suo?
«Direi che sono prontissima ma, in generale, non ne faccio una malattia. Ho le mie soddisfazioni e ho avuto la fortuna di vivere il sogno che avevo da adolescente. Sono stata a fianco dei grandi monumenti della televisione italiana, attraversando decenni del piccolo schermo e negli anni ho percepito il cambiamento e l’evoluzione dei gusti del pubblico. Ciò che mi interessa davvero è lavorare in modo onesto e comunque gratificante».
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