Fiorella Pierobon sulla Tv e non solo, l’intervista a ‘Il Corriere della Sera’
Fiorella Pierobon: “Tv? Per me è stata una prigione. Quella volta con Berlusconi. Oggi faccio altro…”. L’ex annunciatrice, presentatrice e cantante, oggi pittrice, si racconta in una intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Annunciatrice, presentatrice, cantante, «spalla» ora di Mike ora di Corrado, a volte sullo schermo da sola, come in «Rivediamoli». Un programma che andava in onda al mattino, no?
«Ma lo sa che facevo 12 milioni di telespettatori?»
Caspita.
«Eppure le donne all’epoca erano sempre parte di un racconto maschile, come iscritte in una traiettoria pre definita. E sì che ce n’erano di bravissime: pensi a Milly Carlucci. Non è come oggi, quando anche le conduttrici possono esprimersi più liberamente, la loro testa viene fuori, anche usando i social».
Si andava delineando anche una precisa fisionomia femminile?
«Sì, ma di due tipi e sa come le riconoscevamo? Vedendo passare i facchini dei costumi. C’era il “modello Gino Landi”, dunque alto e giunonico, ma c’era anche il “modello Don Lurio”, minuto e esile».
Fiorella Pierobon: “Tv? Per me è stata una prigione, all’epoca donne senza pensiero”
Le donne cominciarono ad avere un po’ più di spazio con Costanzo.
«Marta Flavi, per dire, per non parlare della grandissima De Filippi».
All’epoca contavano i grandi showmen, dal potere senza fine.
«Poche volte in quegli anni le donne raggiungevano un’autonomia espressiva, molto più spesso ci dicevano che cosa fare, leggevamo copioni. Io sin dall’inizio non volevo fare la televisione: famiglia veneta, molto riservata, studi di ragioneria».
Ma ha cominciato con «TuttoUncinetto».
«Una delle primissime telepromozioni, era il 1977, su Telealtomilanese».
Poi l’approdo a Mediaset.
«Prima Telenord Italia e Canale 51, poi sì, quella che è diventata Mediaset».
C’era già tutto il gruppo che poi sarebbe sfociato in Forza Italia.
«Avevo a che fare con Paolo Romani, gli dissi che cosa non mi andava bene e me ne andai. Ci siamo rivisti dopo tanti anni, penso che ce l’avesse ancora con me».
Una Fiorella «di lotta» più che di governo.
«Dunque, eravamo già a Segrate, c’erano tre bagni per i maschi e uno solo per le femmine, vado a memoria. Ed erano aperti, nel senso che gli uomini potevano usare il nostro. Sai come lo lasciavano! Dissi che volevo le chiavi per permettere alle donne di prenderle all’occorrenza. Minacciai di andare a fare pipì ogni volta a casa mia. Tempo quattro ore e avevo le chiavi».
Fiorella Pierobon: “Tv? Per me è stata una prigione”
Tenne testa anche a Berlusconi?
«Certo. Una volta la Rai mi fece una proposta e io semplicemente andai a sentire che cosa volevano. All’uscita mi fotografarono e finii sui giornali, con il titolo: “Pierobon passa alla Rai”. Non era vero, ma il dottor Berlusconi mi incontrò quattro giorni dopo e disse: “Ah, ma allora lei è ambiziosa!”. Capito, lui che dice ambiziosa a me?!»
E, soprattutto, pronunciando questa parola come se fosse un’accusa.
«Poi aggiunse ironicamente: “Lo sa che i cimiteri sono pieni di persone indispensabili?” Io non feci una piega e risposi: “Mi dica adesso, chiaramente e in faccia che io non sono indispensabile”. Non rispose e andò via. Però lui ogni volta che mi ha incrociato, da quella volta, mi ha sempre chiesto pareri, perché sapeva che io dicevo le cose molto chiaramente. Ho sempre chiesto e ottenuto rispetto».
Ambientino.
«Sto raccontando gli eccessi, in realtà Berlusconi è stato un presidente molto abile e capace, interveniva su tutto e voleva scegliere persino i fiori degli studi. Senza contare che a Mediaset ho conosciuto persone importantissime. Però, vede, solo quando ho cominciato a lavorare il colore sulla tela mi sono resa conto che nella mia vita non avevo mai fatto qualcosa di veramente mio. Usando le mani, la testa, il cuore. Quelli in tv sono stati anni intensi, frenetici, pieni di viaggi. Eppure ora sono felice. Lavoro a Nizza, non in Italia. Lì nessuno mi conosce, eppure i miei quadri vendono in tutto il mondo. Ho partecipato anche alla 54a Biennale di Venezia».
Fiorella Pierobon: “Tv? Per me è stata una prigione, un meccanismo che non faceva pensare”
Sembrerebbe che la tv sia stata per lei una prigione.
«Sì, un meccanismo che ti lascia pochissimo tempo per pensare, riflettere, amare. In tanti ne sono rimasti stritolati, ricordo quanta polverina bianca girava. Io però ho radici provinciali, sono rimasta con i piedi per terra, lo ha già visto il mio orto?»
Una vita piena, la sua, quella di oggi. Eppure tutti le chiedono di quando, bionda e vaporosa, leggeva gli annunci in tv.
«Ma lo so, sono un personaggio. Vuole un aneddoto su un ammiratore? Una volta uno mi inseguì con la macchina e mi lanciò delle rose dal finestrino. Vuole un parere su Mike? Che vuole che le dica, un grandissimo professionista ma diomio, zero ironia. Una volta osai quello che nessuno osava in sua presenza: feci una battuta. Calò il gelo. Vuole che le racconti una delle tante avances che mi sono state fatte quando lavoravo in televisione? Una risposta su tutte: ma chi non ne faceva?»
Fiorella, sa che sembra più interessante la sua vita di adesso?
«Perché le vite interessanti sono quelle che hanno qualcosa da dire. In tv leggevo e basta».
Fa anche la radio, RadioFrancigena. Che cosa le manca?
«Non ho scritto libri. Per ora».
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