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Convertini: “Più bello d’Italia? Non meritavo di vincere. Non rispondo alle polemiche, felice di quel che faccio”

Beppe Convertini sul più bello d’Italia e non solo, il conduttore si racconta a Vanity Fair

Beppe Convertini: “Più bello d’Italia? Non meritavo di vincere. Non rispondo alle polemiche, felice di quel che faccio”. Il conduttore pugliese si racconta in una intervista rilasciata ai microfoni della rivista Vanity Fair. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Lei è pugliese: da quanto manca da casa?
«Da prima dello scoppio dell’emergenza. Sono rimasto a Roma per tutelare mia madre, che ha 82 anni, ma anche le mie sorelle e i miei nipoti. Grazie a Linea Verde ho continuato a lavorare cercando di raccontare il mondo dell’agricoltura e dell’artigianato in un momento così difficile per tutti noi, il sacrificio e il grande sforzo per portare sulle nostre tavole i prodotti italiani. È una cosa che dico sempre: aiutiamo il nostro settore agro-alimentare e, soprattutto, andiamo in vacanza in Italia per sostenere il nostro turismo».

[…] La scorsa estate approda su Raiuno alla conduzione de La Vita in Diretta Estate, innescando diverse polemiche. Come mai, secondo lei?
«Penso che tutto quello che sia costruttivo vada sempre accettato ma, per il resto, non sono una persona che dà adito e che risponde».

Non l’hanno ferita, quindi?
«Come si dice: non ti curar di loro, ma guarda e passa».

I palinsesti della Rai saranno ufficializzati il primo luglio: si augura di tornare a Linea Verde l’anno prossimo?
«È stata un’esperienza straordinaria che mi ha permesso di viaggiare conoscendo meglio i nostri usi e costumi, un modo per riscoprire il nostro Made in Italy: sarei ben felice di continuare a condurlo ma, naturalmente, non spetta a me deciderlo. È stato un anno meraviglioso e sento di ringraziare l’affetto del pubblico che ci ha seguito, ma anche Dio e a mio padre, che è il mio angelo custode».

[…] Nel 1993 viene, poi, eletto «Il più bello d’Italia»: la bellezza aiuta?
«Al di là del fatto che non meritavo di vincere quel concorso, credo che la bellezza possa essere importante al primo impatto ma che, poi, è necessario scoprire la bellezza interiore, il bagaglio di esperienze e di cultura che racchiudi nella tua persona. Contano molte altre cose, tipo i valori che mi sono stati tramandati dalla mia famiglia e dalla mia terra».

L’anno prossimo compirà 50 anni: come vive il tempo che passa?
«Con grande serenità perché amo i miei capelli bianchi, essere brizzolato: i nostri occhi e le nostre rughe raccontano la nostra storia, ogni età ha il suo fascino».

Beppe Convertini: “Più bello d’Italia vinto ma non meritavo”

Cosa sognava di diventare quando era piccolo?
«Il pallino dello spettacolo ce l’ho sempre avuto: guardavo Corrado, Baudo, Bongiorno e Costanzo e ne rimanevo affascinato. Stesso discorso anche per i film con Mastroianni, Giannini e Manfredi, con il quale ho avuto il privilegio di poter lavorare. In alternativa, mi sarebbe piaciuto fare lo psicologo, perché mi è sempre piaciuto osservare gli altri e cercare di capirli, ma anche l’insegnante. Studiavo tanto, ero un secchione. Venendo da una famiglia molto umile, dovevo essere bravo per poter andare avanti nello studio: dalla quinta elementare in poi davo una mano a mio cugino e andavo nei mercati a scaricare la mattina presto. Mettevo da parte i soldi per comprare libri».

Però si è iscritto all’Università di Torino in Economia: perché questa scelta?
«Vinsi una borsa di studio e andai a vivere nel collegio universitario: mi iscrissi a Economia e Commercio perché era una laurea che dava tanti sbocchi e avevo bisogno di lavorare per aiutare mia madre e le mie sorelle. Specie dopo la morte di mio padre, quando avevo 17 anni, ho dovuto lavorare e studiare allo stesso tempo».

[…] In cosa vorrebbe migliorare?
«Viaggiare di più, arricchire il mio bagaglio culturale, dedicarmi sempre di più alla mia famiglia, visto che vivo lontano da loro da più di trent’anni. Impegnarmi a cercare di dare un mondo migliore di quello che abbiamo ai nostri figli e ai nostri nipoti».

A costruire una famiglia sua ci pensa?
«In questo momento mi dedico al mio lavoro, ma è ovvio che ci penso».

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