Franca Valeri salvata dal nazismo grazie ad un documento falso: il retroscena a sorrisi.com
Franca Valeri: “Salvata dal nazismo con un documento falso. Adoravo Totò. Ci accomunava un aspetto”. L’attrice, 100 anni, rivela alcuni retroscena della sua vita privata e professionale in una intervista rilasciata al sito sorrisi.com. ve ne proponiamo alcuni passaggi.
[…] «Sono stata felice in via della Spiga, prima che arrivassero il fascismo e le leggi razziali».
Lei ne è stata vittima, suo padre era ebreo. Cosa ricorda di quel periodo?
«È un periodo che ho sempre cercato di rimuovere e credo che continuerò a farlo. Mio fratello e mio padre fuggirono in Svizzera mentre io e mamma restammo a Milano e poi in campagna, nascoste in casa di amici. Un amico di mio padre lavorava all’anagrafe e mi fece avere una carta d’identità falsa. Ancora mi chiedo come sia riuscita a salvarmi. Fortuna».
È vero che suo papà non voleva facesse l’attrice?
«Sì, papà aveva paura di un mio fallimento. Mise anche il veto sull’utilizzo del cognome di famiglia, Norsa. Io dopo la guerra andai a Roma per frequentare l’Accademia d’arte drammatica, ma fui bocciata all’esame di ammissione. Allora mentii ai miei genitori e dissi loro, con la complicità di una parente che mi ospitava a Roma, che ero stata presa. Dopo i primi successi, però, papà diventò un mio grande sostenitore».
Dalla Signorina Snob alla popolana Sora Cecioni… come sono nati i suoi personaggi più famosi?
«Dall’osservazione di particolari tipi di donne, che poi ho arricchito e un po’ deformato. Da bambina imitavo le amiche di mia madre: la Signorina Snob è nata così. Vivendo poi a Roma ho incontrato molte Cecioni…».
Lei è stata la prima a capire che il telefono permetteva di costruire scene comiche. Come sono nati quei celebri sketch?
«Per far parlare con qualcuno la mia Signorina Snob. Che dire, un’intuizione felice».
I telefonini moderni le piacciono o no? E le videochiamate?
«Sicuramente possono dare tanti spunti comici. Ma consiglio di non abusarne».
Lei ha lavorato con tanti giganti del cinema. Ci regala un ricordo personale?
«Adoravo Totò. Ci accomunava l’amore per gli animali. Parlavamo sempre di cani. Lui aveva creato un posto per proteggerli. Poi l’ho fatto anch’io: ho un rifugio per cani abbandonati a Trevignano Romano».
E Alberto Sordi? La coppia che formavate nel film “Il vedovo” era strepitosa.
«Meraviglioso. Sembrava svagato ma era molto professionale e dedito al lavoro. Un grande compagno di scena».
Franca Valeri: “Salvata dal nazismo con un documento falso. Alberto Sordi? Meraviglioso”
[…] Non c’è proprio nulla che la fa ancora ridere?
«Oggi purtroppo la mia vita è poco divertente. Il divertimento ha ceduto il passo alla noia soprattutto da quando non posso più leggere, perché ci vedo molto poco. Mi resta la passione per gli animali e per la lirica. Fin da bambina ho frequentato i teatri d’opera e ho conosciuto grandi cantanti, sono stata anche amica di Maria Callas. Quando questa emergenza finirà, vorrei tanto tornare a Milano e vedere un’opera alla Scala».
Anche sua figlia Stefania, che ha adottato, è una cantante lirica. Come l’ha incontrata?
«Stefania Bonfadelli ha vinto un concorso per giovani cantanti d’opera che avevo creato anni fa. Aveva appena 18 anni, ora è un famoso soprano e anche una regista d’opera. È la figlia che avrei sempre voluto avere perché è una persona brava e di talento; lei e sua figlia Lavinia sono diventate la mia nuova famiglia. Io non ho avuto figli naturali e alla mia età non si può stare da soli perciò ho fatto un’adozione da adulti, che non lede i diritti dei genitori di Stefania, a cui sono grata. Diciamo che sono una parente in più».
Porta da sempre lo stesso taglio di capelli. Perché?
«Perché mi piace. Credo che cambiare spesso colore e taglio di capelli sia un segno di insicurezza e quindi di inaffidabilità. Caratteristiche che non mi appartengono. Del resto non mi piacciono i cambiamenti. Sono quasi sempre funesti».
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